01 dicembre 2014 13:56

Il 1 dicembre, giornata mondiale contro l’aids, l’Unaids ha diffuso il suo rapporto annuale sull’epidemia, segnalando un netto declino di nuove infezioni: nel 2013 sono state 2,1 milioni, il 38 per cento in meno rispetto al 2001. In controtendenza l’Europa, con 136mila nuovi casi nel 2013, il numero più alto mai registrato. In Italia ci sono state 3.800 nuove diagnosi di hiv, ma una persona sieropositiva su quattro non sa di esserlo.

Tra i neonati, le nuove infezioni nel mondo sono state 240mila, il 58 per cento in meno rispetto al 2002, anno del picco dei contagi da madre a figlio. Questa tendenza positiva riguarda anche i paesi dell’Africa subsahariana, i più a rischio.

Continua la diminuzione delle morti collegate all’aids. Nel 2013 i decessi sono stati 1,5 milioni, il 35 per cento in meno rispetto al 2005, anno in cui si è registrato il numero più alto di morti. Il 74 per cento dei decessi è avvenuto in paesi dell’Africa subsahariana.

Aumenta, in linea generale, la percentuale di persone a conoscenza della propria condizione di sieropositività e anche la percentuale di persone sieropositive che hanno accesso alle terapie antiretrovirali.

Prossimi obiettivi: entro il 2020 si punta al “90x90x90” (diagnosticare il 90 per cento delle infezioni, far entrare in terapia il 90 per cento dei sieropositivi, abbattere la carica virale dell’hiv nel 90 per cento delle persone che assumono un trattamento antiretrovirale) e poter quindi mettere fine alla pandemia di aids entro il 2030. Unaids

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