07 aprile 2015 12:32
Nel cortile della scuola Diaz, la notte tra il 21 e il 22 luglio 2001. (Alberto Giuliani, Luzphoto)
  • Il 21 luglio 2001 si era chiuso il G8 di Genova: tre giorni di manifestazioni e scontri tra polizia e manifestanti in cui era morto un ragazzo, Carlo Giuliani, e circa mille persone erano rimaste ferite. Molti manifestanti erano tornati a casa. Altri, soprattutto gli stranieri, si erano fermati a dormire a Genova.
  • Il Genoa social forum aveva la sua sede dentro due edifici del complesso scolastico Armando Diaz: la Giovanni Pascoli e la Sandro Pertini. Alla Diaz-Pascoli era stato allestito l’ufficio del social forum per le attività degli avvocati, degli operatori sanitari e dei mezzi d’informazione indipendenti. La Diaz-Pertini era stata allestita per accogliere i manifestanti arrivati a Genova da fuori. La sera del 21 luglio la polizia decise di fare un blitz nella scuola. Cominciò una perquisizione, priva del mandato di un magistrato. Poco prima di mezzanotte, circa 300 poliziotti circondarono la scuola.
  • Alla vista degli agenti in assetto antisommossa, le persone che si trovavano nel cortile della scuola si rifugiarono negli edifici, chiudendo il cancello e il portone. A mezzanotte il portone venne forzato e le squadre fecero irruzione. Si scagliarono contro le prime persone che si trovarono davanti: un gruppo di dieci spagnoli in ginocchio con le mani alzate. Le altre 12 persone presenti nella palestra furono picchiate. Molte erano ancora nei sacchi a pelo. Al primo piano 38 persone aspettavano con le mani alzate. Furono fatte mettere a terra e picchiate. Al secondo piano si trovavano 15 persone. Qui entrarono in azione anche dei poliziotti in borghese. Al terzo piano i poliziotti non trovarono nessuno e danneggiarono le classi. Al quarto piano otto persone, sentendo le urla e i rumori del pestaggio, si nascosero nelle aule e nei bagni, ma vennero raggiunte da decine di poliziotti.
  • Alla fine dell’operazione la polizia arrestò tutte le 93 persone che erano dentro la scuola Pertini. Ventotto persone furono ricoverate nei vari ospedali della città. La maggior parte di loro fu portata alla caserma di Bolzaneto insieme agli altri 65 arrestati. Qui, secondo Amnesty International, ci sono state gravi violazioni dei diritti umani per le quali c’è stata “una vergognosa mancanza di assunzione di responsabilità”.
  • Solo sette persone su 93 non hanno riportato lesioni. I feriti furono circa 60, cinque in pericolo di vita e molti con fratture multiple.

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