22 dicembre 2023 10:34

Il 18 dicembre centinaia di agricoltori hanno invaso il centro di Berlino con i loro trattori per protestare contro il taglio dei sussidi al gasolio e la fine delle esenzioni fiscali per le macchine agricole proposti dal governo.

Le misure fanno parte del piano di austerità che l’esecutivo ha messo insieme in fretta e furia dopo che la corte costituzionale ha bocciato il progetto di usare sessanta miliardi di euro di debito pubblico d’emergenza, autorizzato durante la pandemia di covid-19, per finanziare il fondo per la transizione energetica (Ktf).

I tagli dovrebbero consentire di risparmiare novecento milioni di euro all’anno, ma anche incentivare la decarbonizzazione dell’agricoltura, un settore responsabile del 7,4 per cento delle emissioni di gas serra in Germania. La proposta, però, ha provocato forti tensioni all’interno della coalizione di governo tra socialdemocratici, verdi e liberaldemocratici. Il ministro dell’agricoltura Cem Özdemir si è schierato con i manifestanti, nonostante appartenga ai verdi come il ministro dell’economia e del clima Robert Habeck.

Le polemiche riguardano anche altre misure previste dal piano, come la fine dei sussidi per l’acquisto di auto elettriche e per l’industria del fotovoltaico, e nuove tasse sul combustibile per i voli interni e sulla produzione di plastica.

La protesta degli agricoltori tedeschi conferma la difficoltà di ridurre i sussidi ai combustibili fossili, che rappresentano uno dei maggiori ostacoli da rimuovere per abbattere le emissioni di gas serra. L’Agenzia internazionale dell’energia avverte da anni che questi sussidi distorcono il mercato e devono essere gradualmente eliminati per favorire la transizione energetica.

Ma secondo i dati del Fondo monetario internazionale le misure di sostegno varate in tutto il mondo per limitare la crisi energetica legata alla guerra in Ucraina hanno portato a raggiungere una cifra record di 1.300 miliardi di dollari nel 2022 (che salgono a settemila miliardi se si considerano i costi ambientali), e fare marcia indietro sembra molto difficile di fronte al persistere dell’inflazione.

Questo testo è tratto dalla newsletter Pianeta.

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