Il Regno Unito è uno stato insulare, e questo elemento geografico ha un grande peso nella percezione che i britannici hanno del mondo e del loro paese. Il Regno Unito è una parte essenziale dell’Europa, perché è stata la prima democrazia del continente e perché senza il suo contributo la sconfitta del nazismo non sarebbe stata certa. Tuttavia questa nazione fondamentale ha anche un’identità che la allontana dall’Europa.
Da quando ha smesso di essere la grande potenza di un tempo, infatti, il Regno Unito si considera il primo alleato e “cugino” degli Stati Uniti. Questa posizione assunta nel dopoguerra e durante la guerra fredda stringe Londra tra due fuochi, tra l’Unione a cui ha aderito soltanto quando ha capito di non poterne fare a meno e gli Stati Uniti, ex colonia diventata polo di attrazione ma ormai convinta di non aver più bisogno dei britannici e di doversi concentrare sull’Europa, per quanto sia indebolita.
Il Regno Unito è uno stato insulare, più vicino alle coste europee che a quelle statunitensi e collegato al vecchio continente dal tunnel sotto la Manica. Allo stesso tempo, però, i britannici non riescono a superare il loro profondo scetticismo nei confronti dell’Unione. Il Partito per l’indipendenza del Regno Unito (Ukip) continua ad avanzare nei sondaggi e alle elezioni, mentre il Partito conservatore al potere è profondamente diviso sull’Europa, contro cui si accanisce anche la maggioranza della stampa britannica.
Gli imprenditori, i sindacati e i grandi giornali di destra e sinistra sono tendenzialmente eurofili, ma l’euroscetticismo è un fenomeno talmente radicato che neanche un europeista convinto come Tony Blair ha mai avuto il coraggio di ancorare realmente il suo paese all’Unione entrando a far parte dell’euro.
A questo punto, forse, sarebbe meglio che il Regno Unito accettasse le proprie paure e uscisse dall’Unione per poi rientrarvi quando l’Europa unita sarà una realtà più solida. Sarebbe un rischio enorme sia per i britannici sia per l’Unione, perché la borsa di Londra perderebbe buona parte del fascino che esercita sugli investitori europei e perché gli euroscettici del continente potrebbero approfittare dell’uscita britannica per chiedere ai loro paesi di fare lo stesso.
Senza il Regno Unito l’Unione sarebbe amputata, ma almeno si libererebbe di un paese che non fa altro che frenare l’integrazione e impedirle di diventare un attore di primo piano sulla scena internazionale, la potenza mondiale che potrebbe e dovrebbe essere. Allora, cari cugini britannici (perché siete anche cugini nostri), fate la vostra scelta e fatela alla svelta.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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