12 giugno 2017 10:04

La Manica non è mai sembrata così larga. Giovedì Theresa May non ha ottenuto il mandato popolare che cercava, mandato ottenuto invece domenica da Emmanuel Macron, che ha aggiunto alla sua vittoria presidenziale la promessa di una solida maggioranza parlamentare.

May entra in crisi e avrà serie difficoltà a restare in carica a lungo, mentre (a prescindere dall’astensione record) Macron si installa saldamente ai comandi. Ben oltre i destini dei due protagonisti, questo scenario ha due conseguenze.

La prima è che il Regno Unito entra in una profonda e duratura crisi politica, mentre la Francia vuole chiaramente voltare pagina dopo lunghi anni di marasma e ripartire con il piede giusto. La seconda, più importante, è che questa ripresa della Francia le restituisce un peso in Europa che il Regno Unito ha doppiamente perduto scegliendo la Brexit prima di bocciare, meno di un anno dopo, la Brexit dura voluta da May e presentarsi al negoziato sull’uscita dall’Unione senza sapere cosa vorrebbe ottenere o evitare.

In tre giorni tutto è cambiato in Europa. Già non c’erano più i britannici a tirare il freno dell’integrazione economica e politica, e gli altri stati che non sono favorevoli a questo percorso non potevano più appoggiarsi a Londra. I rapporti di forza, insomma, erano già cambiati, ma da giovedì scorso i sovranisti e le nuove estreme destre non possono più sostenere che la Brexit è l’esempio da seguire, perché nemmeno i britannici sembrano più sicuri della loro scelta.

Quando francesi e tedeschi ritrovano la loro intesa la situazione cambia inevitabilmente

Non solo i difensori dell’unità europea ne escono rafforzati, ma questo cambiamento arriva nel momento in cui il nuovo presidente francese ha come obiettivo primario riportare l’Unione sul binario corretto e in cui la Germania ha appena sposato l’idea francese della potenza Europa, di un’Unione politica che possa avere un ruolo determinante sulla scena internazionale.

Il momento giusto
Ma davvero questo progetto potrebbe concretizzarsi? Angela Merkel ed Emmanuel Macron ne sono convinti. I loro consulenti e i loro ministri hanno il compito di lavorare in questa direzione e presentare nuove proposte comuni. La Francia e la Germania convergono nuovamente su una volontà condivisa di far progredire l’Unione. Parigi e Berlino potrebbero annunciare tra un mese la creazione di un fondo comune destinato a finanziare i primi passi verso una difesa europea. Quando francesi e tedeschi ritrovano la loro intesa e sono d’accordo per smuovere le acque la situazione cambia inevitabilmente, ma non è tutto.

C’è anche Donald Trump, la cui imprevedibilità spinge gli europei, tutti gli europei e non solo inglesi e francesi, a prendere in mano il proprio destino. Le nostalgie imperiali di Vladimir Putin e il caos crescente in Medio Oriente spingono l’Europa ad accelerare i tempi, tanto più che la presenza dell’ombrello americano non è più garantita.

In Europa tutto cambia perché il Regno Unito si è tirato fuori e perché tutto cambia anche nel resto del mondo.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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