09 novembre 2017 12:39

Giorno dopo giorno, tra iraniani e sauditi sale la tensione. L’8 novembre è stato il presidente della repubblica islamica Hassan Rohani, solitamente un pragmatico, ad attaccare l’Arabia Saudita: “Non siete niente. Potenze più grandi di voi si sono rotte i denti contro di noi”, ha dichiarato invitando l’avversario a tenere conto della “potenza iraniana.”

Lo stesso giorno, Ali Akbar Velayati, influente consulente diplomatico della guida suprema iraniana, ha esultato in Siria, ad Aleppo, per il successo degli sciiti in Medio Oriente, entusiasmandosi per la “linea di resistenza che parte da Teheran e attraversa Baghdad, Damasco e Beirut fino ad arrivare in Palestina”, ovvero alla frontiera nord di Israele con il Libano. I due iraniani hanno risposto in questo modo al principe ereditario saudita Mohammad bin Salman, che alla vigilia aveva accusato l’Iran di aver compiuto “un’aggressione militare diretta” a cui Riyadh si riservava “il diritto di rispondere”.

Mai prima d’ora questi due paesi erano stati così vicini a scontrarsi, faccia a faccia e non più per procura. Ma qual è il rapporto di forze tra Iran e Arabia Saudita?

I rispettivi alleati esterni
In termini di effettivi militari, è favorevole a Teheran, che può contare su 750mila uomini contro i 400mila di Riyad. Ma queste cifre non dicono tutto.

Mentre le forze saudite non sono impegnate su alcun fronte esterno (fatta eccezione per i cieli yemeniti, dove combattono la ribellione sciita sostenuta dell’Iran) le armate iraniane sono oggi sparse tra la Siria, dove sostengono il regime di Assad, e l’Iraq, dove appoggiano le milizie sciite.

Non solo le forze iraniane sono occupate su due fronti, ma Hezbollah, la potente organizzazione politico-militare degli sciiti libanesi armata e finanziata da Teheran, ha inviato le sue truppe migliori in Siria lasciando sguarnito il fronte interno, dove è inevitabilmente meno forte.

L’Iran è talmente proiettato in tutto il Medio Oriente da avere ormai molti più territori da difendere rispetto all’Arabia Saudita, rimasta all’interno delle sue frontiere scegliendo di affrontare Teheran solo attraverso i suoi alleati.

A prescindere da quello che dicono a Teheran, l’Iran non è dunque in posizione di forza, perché ha molto più da perdere rispetto ai sauditi. Ma per il resto i due paesi hanno tutte le potenzialità per distruggersi a vicenda, perché oltre al fatto che i loro arsenali sono pieni e la portata dei loro missili è largamente sufficiente, Riyadh può contare sulla consegna di armi da parte degli Stati Uniti mentre Teheran ha l’appoggio della Russia.

Se davvero ci arriveremo, l’aspetto più terrificante di questa guerra sarà di mettere una di fronte all’altra, indirettamente ma innegabilmente, Washington e Mosca.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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