10 maggio 2018 11:33

Tinte rosa, nere o grigie, il futuro potrà essere scritto in tanti modi. Per esempio è possibile che gli europei riescano a convincere gli iraniani a offrire delle garanzie sui missili, le crisi regionali e il prolungamento del compromesso sul nucleare firmato nel 2015, che scadrà tra sette anni.

Questo è lo scenario rosa, perché così Donald Trump potrebbe attribuirsi il merito dei passi avanti e tornare sulla decisione di uscire dall’accordo, annunciata l’8 maggio. Non possiamo escluderlo, perché le difficoltà economiche dell’Iran potrebbero spingere il regime a una certa flessibilità e perché non è detto che Trump abbia tutta questa voglia di entrare in guerra con la repubblica islamica motivandola con il fatto che Teheran avrebbe constatato il fallimento del compromesso del 2015 e rilanciato il suo programma nucleare.

Questa ipotesi potrebbe concretizzarsi, anche se è improbabile, perché l’ala più dura del regime iraniano non ha intenzione di fare nuove concessioni agli occidentali e una parte consistente della destra americana punta a far cadere la teocrazia iraniana aggravando le difficoltà interne del paese.

Centralità europea
Il secondo scenario sarebbe del tutto nuovo ed è ancora difficile da concepire. Potremmo infatti assistere a una prova di forza tra gli europei e Donald Trump, con il Regno Unito, la Francia, la Germania e l’intera Unione europea che rifiutano insieme di cedere alla pretesa americana di vietare qualsiasi rapporto commerciale con l’Iran. Una simile battaglia potrebbe compattare gli europei e addirittura riavvicinare i britannici all’Unione. La Russia potrebbe avere tutto l’interesse ad allargare questa frattura nell’Alleanza atlantica. La Cina potrebbe accodarsi e l’Iran potrebbe convincersi a offrire reali garanzie agli europei. Da uno sviluppo simile nascerebbe una nuova scena internazionale in cui l’Unione europea diventerebbe un attore fondamentale.

Per quanto possa sembrare entusiasmante dal punto di vista dell’Europa, dobbiamo comunque parlare di scenario grigio, perché in questo caso Donald Trump riuscirebbe a distruggere l’Alleanza atlantica, ovvero il fronte democratico occidentale (a prescindere dai presidenti del momento).

Ognuno avrebbe la possibilità di scatenare un caos generale dalle conseguenze imprevedibili

Infine resta lo scenario nero, in base al quale i leader iraniani potrebbero pensare che è arrivato il momento di non fare il minimo passo indietro perché convinti che Trump non avrebbe il coraggio di andare fino in fondo e scatenare un conflitto.

I leader israeliani, dal canto loro, potrebbero convincersi che il regime iraniano è troppo debole per dare una simile prova di forza e che dunque sarebbe arrivato il momento di aggredirlo, un’idea che potrebbe essere condivisa dall’Arabia Saudita e da tutti i regimi sunniti. In definitiva ognuno avrebbe la possibilità di scatenare un caos generale dalle conseguenze imprevedibili.

Ancora non sappiamo cosa aspettarci, ma sappiamo che la situazione è preoccupante.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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