26 giugno 2018 15:46

Gli argomenti al centro del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno saranno due: i migranti e l’eurozona. Questo significa che il vertice dei leader dell’Unione, capi di stato o di governo, sarà molto difficile.

Sui migranti esistono tre posizioni diverse. I paesi dell’Europa centrale, quelli del gruppo di Visegrád, sono aperti all’idea di un controllo comune delle frontiere dell’Unione e di un’azione europea nei paesi di transito, ma rifiutano la possibilità di ripartire il peso dei migranti che hanno diritto all’asilo politico.

Poi ci sono le proposte francesi, ormai condivise da Germania, Spagna, Commissione europea e, tutto sommato, anche dai paesi scandinavi e dai Paesi Bassi. Già parzialmente applicate, queste proposte consistono prima di tutto in un’azione collettiva nei paesi di transito per dissuadere (anche con aiuti per il rimpatrio) i migranti economici che vorrebbero rischiare la vita per raggiungere la loro destinazione. In secondo luogo, tra le proposte, c’è il sostegno alla guardia costiera libica affinché intercetti quelli che decidono comunque di attraversare il Mediterraneo. Infine ci sono il rafforzamento del controllo comune delle frontiere e un trasferimento di tutti quelli che vengono salvati in centri chiusi dove sia possibile fare distinzione tra migranti economici e rifugiati politici.

Oltre a queste posizioni c’è la manovra del ministro dell’interno e leader della Lega Matteo Salvini, che in piena contraddizione con il presidente del consiglio italiano e con il resto della coalizione di governo orchestra la tensione con la Francia e limita la sua azione e le sue proposte alla chiusura dei porti italiani per le imbarcazioni cariche di migranti, con lo scopo (finora raggiunto) di guadagnare voti mostrando i muscoli.

A Bruxelles l’obiettivo sarà duplice. Innanzitutto bisognerà trovare un’intesa sull’insieme delle proposte francesi e non soltanto sul controllo delle frontiere e, in secondo luogo, rompere il fronte tra l’estrema destra italiana e centro-europea proponendo che i rifugiati politici possano chiedere asilo in un paese diverso da quello che raggiungono per primo. È quello che spera l’Italia ed è ciò che rifiutano i centro-europei.

Riforme basilari
Non è una chimera, ma resta difficilmente realizzabile, perché la percezione generale è che i flussi migratori continuino ad aumentare, quando in realtà stanno calando sensibilmente dopo il picco del 2015 legato alla tragedia siriana.

Quanto alle riforme dell’eurozona proposte da Francia e Germania, si scontrano con reticenze talmente forti che difficilmente possiamo sperare che vengano adottate dal Consiglio. Nel migliore dei casi potrebbero essere accettate come una “base di discussione”. Il vertice si annuncia davvero complicato.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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