L’ex direttrice del New York Times Jill Abramson all’università Wake Forest il 19 maggio. (Nell Redmond, Ap/Lapresse)
Il licenziamento dell’ex direttrice del New York Times Jill Abramson ha sollevato un polverone: il New Yorker in un articolo ha detto che Abramson è stata licenziata perché aveva scoperto di essere pagata meno del suo predecessore Bill Keller e di averlo fatto presente all’editore, altri hanno ipotizzato che ci fossero stati degli scontri tra l’ex direttrice e il suo vice Dean Baquet che poi è diventato direttore al posto di Abramson.
Il 19 maggio sulla vicenda si sono espressi i protagonisti: Abramson ha parlato in pubblico all’università di Wake Forest e l’editore del New York Times Arthur Sulzberger Jr. ha rilasciato una lunga intervista in esclusiva a Vanity Fair. Sulzberger ha detto di aver provato a gestire il processo in maniera amichevole, ma che Jill Abramson ha rifiutato. “La mia speranza era che tutto potesse essere gestito nella maniera più semplice e pacifica possibile”, ha detto Sulzberger. Quello che ha convinto Sulzberger a rilasciare un’intervista a Vanity Fair non è stato tanto che Abramson non abbia accettato di essere licenziata, ma tutto quello che è successo nelle ore seguenti il licenziamento, le ipotesi eche hanno cominciato a girare.
Sulzberger ha dichiarato di aver licenziato la prima donna a dirigere il New York Times per “l’arbitrarietà delle sue decisioni, la mancanza di coinvolgimento dei colleghi, la comunicazione inadeguata e le cattive maniere con i suoi sottoposti”.
In molti si sono chiesti come mai Sulzberger non abbia rilasciato queste dichiarazioni al suo giornale, ma abbia concesso un’intervista a una rivista concorrente.
Il 19 maggio anche Jill Abramson ha fatto riferimento alla questione. Abramson ha tenuto un discorso all’università Wake Forest, non si è espressa direttamente sulla vicenda, ma ha detto ai laureandi: “Qualcuno di voi e parlo a tutti voi che siete stati fatti fuori… Voi conoscete la batosta di aver perso e di non aver ottenuto qualcosa che volevate tanto. Quando questo succede, fate vedere di che pasta siete fatti”. (ac)