30 giugno 2010 00:00

Inaugurando la mostra di Isabel Muñoz in occasione del festival PhotoEspaña, la presidente della Comunidad di Madrid ha dimostrato tutta la sua professionalità.

Esperanza Aguirre, del Partido popular, è circondata da un gran numero di esperti in comunicazione e ha un notevole spirito d’iniziativa.

La mostra, su due pratiche rituali sufi (i dervisci rotanti e una congregazione di persone che durante le cerimonie si mutilano per liberare le loro anime dalle contingenze corporali), è molto forte: impressionante e sanguinosa. Forti sono i richiami a Ribera.

La cerchia più ristretta di consiglieri aveva deciso di evitare alla presidente la vista del sangue, per non disturbare la sua sensibilità e per evitare che un fotografo malintenzionato la immortalasse vicino a queste lacerazioni in un’immagine che potesse prestarsi a interpretazioni tendenziose.

Così sono stati preferiti i dervisci, tanto più che la fotografa ha fatto ricorso a tutte le sue capacità estetiche per renderli eleganti e plastici. Davanti a queste foto Aguirre ha dimostrato la sua intraprendenza chiamando Isabel Muñoz e facendosi immortalare insieme a lei dai fotografi presenti.

Niente di nuovo, politica e manipolazione dell’immagine vanno a braccetto da secoli. Ma fino a pochi anni fa queste manipolazioni venivano fatte con discrezione o con pudore. Questi tempi sono finiti, prendiamone atto.

Internazionale, numero 853, 2 luglio 2010

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