04 ottobre 2013 09:00

Come si affronta il terrore che ti piglia quando sei tu a doverti prendere cura dei tuoi genitori? –Joëlle

Ancora non conosco il sentimento di cui parli, ma credo faccia parte del percorso di vita di ognuno. Un sentimento universale e allo stesso tempo individuale: alcuni fatti oggettivi rendono tutto più difficile, come doversi prendere cura di un genitore malato quando abiti all’estero o non hai fratelli e sorelle con cui condividere le responsabilità. E poi condizioni emotive: sembra cinico a dirsi ma, se un padre non si è mai comportato bene con i figli, è difficile aspettarsi che questi si facciano in quattro nel momento del bisogno.

Quando ho conosciuto mio marito, avevamo vent’anni, suo nonno si stava ammalando. Pochi mesi dopo mia suocera decise di farlo andare a vivere da lei per assisterlo. Fu un lento calvario, una malattia degenerativa che poteva durare anni, ma mia suocera affrontava il dolore, la fatica e lo strazio senza risparmiarsi. Io mi chiedevo dove trovasse tutta quella forza, come facesse a non cedere all’idea di affidarlo a qualcuno.

Dopo due anni però, al funerale del nonno, mi ha profondamente colpito la serenità di mia suocera. Non era sollievo, ma la certezza di aver accompagnato il padre fino alla fine preservando la sua dignità. Io non so come si affronta il terrore di doversi prendere cura di un genitore, ma immagino che restituire l’amore che hai ricevuto possa essere molto appagante, e permetta almeno di sfuggire al senso di colpa.

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