18 febbraio 2019 17:45

Nostra figlia di otto anni va matta per i videogiochi ma noi non vogliamo comprarglieli. Le stiamo impedendo di vivere la sua epoca? –Gina

Per rispondere bisognerebbe sapere se i videogiochi fanno bene o male allo sviluppo psicologico dei ragazzini. Ma purtroppo la risposta non c’è. I videogiochi offrono una gamma di esperienze così vasta che non è possibile arrivare a conclusioni generali sui loro effetti, e il progresso della tecnologia è troppo veloce per permettere ai ricercatori di fare studi a lungo termine. Di certo non è vero che tutti i videogiochi mandano in pappa il cervello di un bambino, come tendiamo a pensare noi della generazione Pac-Man.

Tanner Higgins, esperto dell’uso delle tecnologie per l’apprendimento, ritiene che circa il 40 per cento dei videogiochi in circolazione abbia un valore educativo, in particolare “quelli che applicano tecniche di apprendimento diverse dall’insegnamento tradizionale e richiedono un ragionamento concettuale e creativo”. Tra le caratteristiche che favorirebbero l’attività cerebrale, Higgins cita la collaborazione con altri giocatori online, le sfide che permettono la sperimentazione e l’errore (invece di un personaggio che muore subito, per esempio) e quelle che premiano un risultato con l’avanzamento di livello. Al di là della teoria, ti consiglio anche un approccio pratico: fatti una partita con tua figlia. Lo scorso weekend ho giocato al videogioco preferito di mio figlio e ho passato mezz’ora sotto forma di seppia a far scoppiare palloncini. È stata un’esperienza illuminante.

Questo articolo è uscito nel numero 1294 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati

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