17 aprile 2020 14:10

Io e il mio compagno siamo avidi lettori e con mia figlia abbiamo fatto il possibile per farla appassionare alla lettura. Ma oggi lei ha dodici anni ed è evidente che non le piace leggere. Dovremmo smettere di insistere? –Esther

Uno dei piccoli piaceri della permanenza a casa obbligatoria è avere molto più tempo del solito per leggere. Gli ultimi tre libri che ho letto mi sono piaciuti moltissimo: Febbre di Jonathan Bazzi, La vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante e Il treno dei bambini di Viola Ardone. Tutti e tre sono narrazioni in prima persona di figli che hanno tradito le aspettative dei genitori: Jonathan era troppo poco mascolino; Giovanna era troppo poco borghese; Amerigo aveva sogni troppo grandi. Riflettendoci bene, però, i veri traditori di queste storie non erano loro tre, ma i rispettivi genitori: ingabbiare un figlio nelle proprie aspettative culturali è il tradimento più grande che si possa compiere nei confronti dell’atto di mettere al mondo una nuova vita. La lettura è sicuramente importante, ma ci sono tanti altri modi per coltivare la propria personalità – musica, arte, tecnologia,
cinema – e tua figlia dev’essere libera di trovare il suo linguaggio. Senza contare che la ragazza ha ancora dodici anni: considera che io ho scoperto davvero il piacere di leggere i libri solo a vent’anni, e poi a 35 ho cominciato perfino a scriverli. Dunque rispettate le inclinazioni naturali di vostra figlia e fate in modo che, se un giorno lei diventasse una scrittrice, non debba mai raccontare del tradimento dei suoi genitori.

Questo articolo è uscito sul numero 1354 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it