27 marzo 2015 09:45

“È caduta la linea”, mi ha detto tempo fa un’amica per giustificare una telefonata interrotta, e ho sentito sua figlia di pochi anni che gridava con sollecitudine: “Te la raccolgo io, mamma”. Una volta, poi, mentre raccontavo agli studenti come Iago metteva la pulce nell’orecchio di Otello, una di loro ha esclamato inorridita: “Madonna, che orribile tortura”. Il linguaggio figurato è efficace, ma può confondere bambini, adolescenti, anche gli adulti. A volte, in certi ambienti professionali attaccati alla lettera, ho paura che, se mi cascano le braccia, chiamino un’ambulanza.

Erri De Luca in tribunale a Torino, il 28 gennaio 2015. (Mauro Ujetto, NurPhoto/Corbis/Contrasto)

Prendiamo, per esempio, chi vuol dare a Erri De Luca qualche anno di galera per aver detto che la Torino-Lione va sabotata a causa dei danni che procura agli esseri umani e alla val di Susa. Possibile che queste persone credano che le linee telefoniche cadano sul serio, le pulci vengano messe apposta nelle orecchie e se le braccia cascano serva d’urgenza un chirurgo per riattaccarle?

Se è così, sono preoccupato, perché non solo la penso come De Luca e un mucchio di altra gente della val di Susa e non, ma anche perché mi è successo, in qualche occasione pubblica, di rafforzare le mie convinzioni con qualche similitudine o metafora. Anzi, poiché ho appena finito di leggere le ragioni di De Luca nel suo La parola contraria, ho sulla punta della lingua espressioni vivaci che smaniano per essere pronunciate.

Ma mi ritengo ragionevole e non chiedo altro che cambiare fondatamente opinione. Perciò voglio approfittare di questa occasione per chiedere qui, al capo del governo e a quello dello stato, di prendersi le loro responsabilità e mettere subito nero su bianco, con una documentazione degna delle loro cariche, che i lavori in val di Susa sono onesti, rispettosi dell’ambiente e fanno bene al corpo e allo spirito dei valligiani. Se succede, terrò a freno il linguaggio figurato. Ma se non succede, che posso fare, “parlerò pugnali” come Amleto (atto III, scena III), De Luca e moltissimi cittadini che si intendono sia di letteratura sia di bene pubblico. Dirò: si dia fuoco alle polveri, si faccia saltare in aria l’affarone Tav.

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