25 giugno 2013 15:12

Quando si accende l’iPhone per la prima volta dopo aver installato iOs 7 ci si sente un po’ come Charlie Bucket dentro la fabbrica di cioccolato di Willy Wonka. Siete finiti in un mondo di pura immaginazione, dove tutto quello che era familiare è stato appiattito, assottigliato e lucidato. Però adesso vi state un po’ pentendo. Valeva davvero la pena di aggiornare il sistema?

Quando qualcosa di vecchio cambia, è normale sentire un po’ di nostalgia. Ed è bene superare la prima sensazione di disorientamento. Date qualche giorno a iOs 7. Prendete confidenza con la sua estetica colorata, con i caratteri più leggeri e la grafica spartana. Dopo un po’, fra il terzo e il quarto giorno, noterete che lo smarrimento iniziale ha ceduto il passo a un’altra sensazione: l’abitudine. Questa sensazione diventerà così intensa che farete fatica a ricordarvi com’era fatto il sistema operativo precedente.

Poi vi farete una nuova domanda: tutto qui? Questo è il punto in cui mi trovo io ora. È passata quasi una settimana da quando ho installato il nuovo sistema operativo sull’iPhone 5.

Visto che il software è chiaramente ancora in corso di sviluppo, mi aspetto che prima del suo lancio sul mercato, previsto per l’autunno, sarà migliorato. Per il momento, comunque, iOs 7 mi lascia perplesso.

Per essere tanto radicale, con il tempo il nuovo design risulta superficiale. Mentre usavo iOs 7 non riuscivo a smettere di pensare a una frase di Steve Jobs. “Molti commettono l’errore di pensare che il design di un oggetto sia il modo in cui appare”, ha detto l’amministratore delegato della Apple al New York Times Magazine nel 2003. “Pensano che qualcuno consegni un oggetto ai designer e gli dica: ‘Fatelo diventare bello!’. Ma questa non è la nostra idea di design. Non si tratta solo dell’apparenza e delle sensazioni. Il design ha a che fare con il funzionamento di un dispositivo”.

Invece, quando mi sono abituato alle nuove icone e ai caratteri di iOs 7 non ho fatto più passi avanti: non ho ricevuto nessun premio per aver affrontato coraggiosamente il disorientamento provocato dal nuovo design. A cosa serve questo cambiamento? In che modo migliora il telefono? Non è cambiato granché. Nonostante l’introduzione di diverse funzionalità utili (come un app switcher suggestivo, un comodo gesto di trascinamento con le dita per tornare alle schermate precedenti, una fotocamera velocissima e una barra di ricerca e degli indirizzi universale su Safari), poche di queste sembrano legate alla nuova estetica.

L’app switcher, il trascinamento per tornare indietro e la fotocamera più veloce sarebbero stati possibili e altrettanto utili anche nel vecchio sistema operativo. In alcuni casi il nuovo design ha un senso: nell’app del calendario e in quella di gestione delle foto il carattere e i tasti più snelli permettono di vedere più appuntamenti e più immagini.

Grazie alle nuove animazioni di transizione, l’apertura e la chiusura delle app sembrano più rapide. Ma ci sono altri dettagli in cui il design più pulito rende meno visibile l’interfaccia. In alcuni punti, i nuovi elementi touch sono troppo piccoli. E anche se ho apprezzato l’eliminazione di alcuni motivi grafici “scheumorfici” (ispirati al mondo reale) che rallentavano il vecchio sistema, le sottili icone a una dimensione di iOs 7 a volte sono poco intuitive.

Questa revisione del design sembra una scelta estetica fine a se stessa: un’attenzione per il minimalismo del direttore del design Jony Ive, più che un tentativo di migliorare il funzionamento del software. Per usare le parole di Jobs, si tratta solo del rivestimento esterno.

Facciamo un esempio. L’interfaccia a più “livelli” di trasparenza nella home screen permette di visualizzare due piani diversi: uno superiore, con le icone delle app, e uno inferiore con il wallpaper. Non si capisce che i livelli sono due finché non si inclina il telefono: allora si nota che il livello superiore delle icone slitta su quello inferiore del wallpaper con un effetto di parallasse. A questo punto bisogna far scorrere il dito dal margine superiore dello schermo verso il basso per aprire il centro notifiche di iOs. Nel vecchio sistema operativo questo riquadro era opaco e aveva un motivo grafico che riproduceva il lino. Tutte queste caratteristiche sono state rimosse da iOs 7.

Adesso il centro notifiche è un altro riquadro trasparente e subito dietro si vedono le icone delle app, come se si fosse messo un pezzo di vetro sopra l’home screen. In che modo questi riquadri migliorano il funzionamento del telefono? In nessuno. L’effetto di parallasse è un’innovazione che Ron Popeil della Ronco potrebbe apprezzare: sarà fantastico nelle pubblicità, ma sull’iPhone l’idea che le icone cambino posizione quando si muove lo schermo non ha senso.

Nel centro notifiche di iOs 7 ci sono molti meno dati sulla propria giornata rispetto a quello di iOs 6, e le scelte estetiche a volte complicano l’utilizzo. Per esempio, invece di usare delle icone per le previsioni del tempo (come un’immagine con il sole e le nuvole immediatamente riconoscibile), il sistema operativo offre un servizio meteo testuale. Tre frasi intere, a caratteri ridotti, come quelle che un annunciatore potrebbe leggere durante un programma radiofonico: “Condizioni parzialmente nuvolose con venti provenienti da nordovest a 30 chilometri all’ora…”. Una follia.

Il nuovo design della Apple non è né un chiaro miglioramento, né un semplice peggioramento: è piuttosto una piccola deviazione. A seconda della vostra sensibilità estetica, lo amerete o lo odierete. Ma questo è tutto quel che c’è da dire. Il sistema operativo non inserisce molte nuove funzionalità nel telefono. Non migliora granché l’usabilità dell’iPhone da nessun punto di vista.

Non risolverà i problemi della Apple con i suoi servizi cloud, basati su grandi quantità di dati. Forse con il tempo l’obiettivo della Apple diventerà evidente: può darsi che il nuovo design sia la base su cui si fonderà il futuro del software di Cupertino per dispositivi mobili, e che la sua utilità ci sarà rivelata nei prossimi anni. Questa è la migliore delle ipotesi. Quella più probabile, però, è che il nuovo sistema operativo si traduca in un grande bah.

(Traduzione di Floriana Pagano)

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