Robert Mapplethorpe
Galleria Franco Noero, Torino
Fino al 28 gennaio 2017
Robert Mapplethorpe è considerato uno dei più importanti e influenti fotografi del ventesimo secolo. La mostra ripercorre le varie fasi della sua carriera, cominciata negli anni settanta e terminata con la sua morte, nel 1989. Esposti ci sono i ritratti che ha scattato a personaggi come Patti Smith e Andy Warhol, le nature morte e i primi piani sui fiori, fino ai nudi maschili e femminili che mostrano come da sempre Mapplethorpe fosse influenzato dalla visione dell’arte classica del corpo umano e dalla bellezza delle sue forme.
Un mondo allo specchio. Viaggio e fotografia nel Giappone dell’ottocento
Residenza Universitaria Biomedica, Pavia
Fino al 25 febbraio 2017
Esposte 130 opere originali dell’epoca, tra cui xilografie, libri, album e fotografie: dalle stereofotografie alle diapositive fino alle stampe colorate a mano della scuola di Yokohama che univa la fotografia – a quel tempo un’arte d’avanguardia – con la tradizione grafica giapponese. Le opere erano stampe fotografiche su carta all’albumina, colorate a mano da artigiani locali, e apprezzate soprattutto dai visitatori occidentali come souvenir del viaggio in oriente.
Gente de Chile
Istituto Cervantes, Roma
Fino al 4 gennaio 2017
L’esposizione ripercorre la storia della fotografia cilena degli ultimi quarant’anni. “Nel 1973 comincia l’evoluzione della fotografia in Cile”, spiega il curatore della mostra Patrice Loubon, “quando il golpe dei militari, la morte di Allende e l’avvento della dittatura di Pinochet provocano una rottura tra una rottura tra quello che è stato il Cile di ieri e quello che è il Cile di oggi”. Tra questi fotografi ne sono stati scelti sei, tra cui Léonor Vicuña, che ha esplorato i bar e altri luoghi notturni di Santiago negli anni settanta e ottanta, e Luis Navarro, che ha documentato il mondo dei gitani perseguitati.
Arezzo e fotografia
Dal 2 all’11 dicembre 2016
Arezzo
La sesta edizione della Biennale di fotografia di Arezzo espone il lavoro di Mads Nissen, vincitore del World Press Photo 2015. Un progetto in cui l’autore ha cercato di capire come si può vivere un “amore proibito” nella Russia di oggi, dove le minoranze sessuali devono affrontare discriminazione giuridica e sociale e molestie. E poi il lavoro di Richard Tushman, Hopper meditations, per cui ha costruito dei set con case di bambole a grandezza naturale e modelli dal vivo ispirati alle opere del pittore statunitense. E ancora, tra gli altri, i lavori di Valerio Bispuri, Elena Chernyshova e Laurent Chehere.
John R. Pepper
Palazzo Cipolla, Roma
Fino al 18 gennaio 2017
“La lentezza è ciò che caratterizza il mio lavoro” spiega Pepper, “quella che va dall’occhio al dito che preme il pulsante e ricarica. Essere un fotografo vero vuol dire avere l’occhio di un pittore e l’innocenza di un bambino, saper svuotare la mente e aspettare che la foto arrivi. Non tutti ci riescono”. Del fotografo statunitense, storico assistente di Ugo Mulas, sono presenti oltre cinquanta scatti in grande formato che ritraggono l’acqua e il mare, realizzati tra il 2012 e il 2013 nei suoi viaggi tra Stati Uniti, Russia, Finlandia, Grecia, Spagna, Italia.
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