10 febbraio 2015 18:12

Il patto tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, che doveva ricompattare il centrodestra, rischia di provocare ulteriori lacerazioni tra le file di Forza Italia. Molti non vedono di buon occhio l’alleanza con un populista sfrenato come Salvini, altri non capiscono perché improvvisamente dovrebbero votare contro le riforme finora condivise. Il relatore Francesco Paolo Sisto si è dimesso con dichiarazioni polemiche, mentre 44 deputati forzisti erano assenti, ovviamente per non intralciare la riforma costituzionale. “Se Forza Italia fa opposizione così, Renzi può stare tranquillo”, ironizza Daniele Capezzone.

I dissidenti di Raffaele Fitto continuano a chiedere l’azzeramento dei vertici del partito, spaccato in quattro tronconi e apparentemente senza bussola. Mentre un’ala del partito ha salutato con entusiasmo il ritorno alla vecchia alleanza con la Lega, altri temono il disorientamento di una parte degli elettori. Salvini smentisce che ci sia “un accordo a 360 gradi” e frena decisamente: “Vedremo se la loro opposizione dura almeno una settimana”. Il leader leghista annuncia l’ingresso nel suo partito di parlamentari provenienti da Fi, Ncd e M5s, e mette dei paletti in vista delle imminenti elezioni regionali: “È impossibile ovunque che il simbolo della Lega sia affiancato a quello dell’Ncd”.

Fi dovrebbe appoggiare i candidati della Lega alla presidenza in tutte le regioni del nord. In Liguria dovrebbe ritirare il proprio candidato Federico Garaventa, mentre Ncd potrebbe votare per Raffaella Paita del Partito democratico. Nelle regioni del centrosud le parti si invertono: Forza Italia è alleata del partito di Alfano, mentre la lista “Noi con Salvini” sembra indecisa sulla strada da prendere.

Ma il combattivo leader del Carroccio deve difendersi anche dagli accaniti avversari interni, a cominciare da quel Flavio Tosi che detta legge nel Veneto ed è affezionato alle liste civiche che Salvini detesta. Ai primi di marzo verrà convocato un congresso straordinario della Lega, dove si attende il regolamento di conti tra il segretario e i suoi avversari interni, molti dei quali contrari alla svolta che ha trasformato la Lega Nord in un partito nazionale. Massicce resistenze saranno opposte anche contro la proposta di Salvini di introdurre un limite di due mandati. Con 28 anni il record di anzianità parlamentare spetta al fondatore della Lega, Umberto Bossi, al quale Salvini pochi giorni fa ha tolto gli ultimi cinque collaboratori.

Al congresso - il terzo in 15 mesi - voleranno gli stracci. E lì forse Salvini dovrà spiegare anche con quali soldi intende pagare la campagna elettorale, dato che le casse sono vuote e 71 dipendenti sono stati licenziati. Tra tutte queste fibrillazioni c’è un’unica sicurezza: nelle prossime settimane nel centrodestra non mancheranno i balletti, le contorsioni e i colpi di scena.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it