19 settembre 2014 19:11

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Goat, Talk to god

Definire originale lo stile dei Goat non rende bene l’idea di quanto bizzarra, e splendidamente inattuale, sia la loro musica. Il collettivo svedese, che dice di venire da un piccolo paese chiamato Korpilombolo e si presenta [sul palco conciato così][1], mescola rock anni settanta, dance e ritmi africani. Le canzoni dei Goat sarebbero perfette per un festival hippie, ma anche per un rito voodoo o una messa nera. Il loro ultimo disco, [Commune][2], è stato pubblicato il 23 settembre ed è uno dei più belli usciti negli ultimi mesi. Non fatevi spaventare dai primi cinquanta secondi di silenzio, Talk to god è un pezzo parecchio movimentato.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

George Ezra, Girls just want to have fun

George Ezra ha una bella voce, [non lo scopriamo][3] certo adesso. Stavolta l’ha usata per una cover molto riuscita di Girls just want to have fun, brano scritto e registrato da Robert Hazard e reso famoso [da Cyndi Lauper][4]. Riuscita perché Ezra non scimmiotta il pezzo originale, ma ne esplora il lato più introspettivo.

Simian Mobile Disco, Tangents

Gli inglesi Simian Mobile Disco vengono dal rock. Forse per questo la loro musica elettronica suona così calda e coinvolgente. Il loro quarto disco, [Whorl][5], è stato registrato dal vivo di fronte a 900 fan a Pioneertown, in California, usando solo sintetizzatori analogici e sequencer. Il singolo Tangents è la perfetta sintesi della sua forza espressiva.

Flying Lotus, Coronus, the terminator

Terzo estratto dal nuovo album di Flying Lotus, You’re dead!, in arrivo il 7 ottobre. Sembra un pezzo soul suonato dai Massive Attack. Flying Lotus ama le collaborazioni: You’re dead!, tra gli altri, ospiterà Kendrick Lamar, Herbie Hancock, Angel Deradoorian dei Dirty Projectors, Snoop Dogg e Captain Murphy.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Shellac, Dude incredible

Cantautore, produttore, giornalista e non solo. Steve Albini è una specie di istituzione nel mondo del rock. È stato il chitarrista e cantante di Big Black, Rapeman e Shellac. Negli anni novanta ha prodotto, tra i vari dischi, In utero, Surfer rosa dei Pixies e Rid of me di PJ Harvey. Il 16 settembre, dopo sette anni di silenzio, gli Shellac sono tornati con un disco di tutto rispetto, Dude incredible. Questo è il primo brano, guidato da un riff di chitarra tagliente come un rasoio.

Giovanni Ansaldo lavora a Internazionale. Si occupa di tecnologia, musica, social media. Su Twitter: @giovakarma

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it