25 marzo 2016 20:37

Mark Pritchard (feat. Thom Yorke), Beautiful people
Quando esce il nuovo album dei Radiohead? Molti fan (confesso, sono uno di loro) se lo chiedono da tempo. Di una cosa siamo sicuri: il nono disco della band di Oxford esiste, non è un miraggio. Stanley Donwood, l’artista che disegna le copertine dei dischi dei Radiohead dal 1994, l’ha ascoltato e l’ha definito “un’opera d’arte”. Potrebbe uscire a maggio, prima dell’inizio del tour mondiale del gruppo. Se proprio non ce la fate più ad aspettare e siete frustrati dalla quasi inesistente comunicazione del gruppo, c’è un trucco per ingannare l’attesa. Basta ascoltare il nuovo singolo di Mark Pritchard, realizzato in collaborazione con Thom Yorke.

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Charles Bradley, Changes
La strada verso il successo del cantante soul Charles Bradley è stata lunga e faticosa. Nato in Florida nel 1948, ma cresciuto a Brooklyn, Bradley ha passato l’infanzia in strada. Dopo aver visto un concerto di James Brown nel 1962, ha capito che voleva fare il cantante. Peccato che non avesse un soldo. Per guadagnarsi da vivere è stato costretto a fare il cuoco e altri lavoretti. In più ha rischiato di morire per una reazione allergica alla penicillina e una mattina, a Brooklyn, si è svegliato con la polizia in casa perché suo nipote aveva appena ucciso il padre, cioè suo fratello. Scoperto in tarda età dalla Daptone records, Charles Bradley ha pubblicato il suo primo album nel 2011, a 62 anni. Changes, il terzo album della sua carriera, uscirà il primo aprile ed è stato anticipato da questo brano, una bella cover dei Black Sabbath.

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Ash Koosha, Mudafossil
La musica elettronica di Ash Koosha, produttore iraniano trapiantato a Londra, è un ponte tra oriente e occidente, ma anche un frenetico caleidoscopio di stili e generi. La sua bulimia compositiva ricorda quella del venezuelano Arca, ormai collaboratore fidato di Björk. I aka I è il secondo album di Koosha e sarà pubblicato il 1 aprile dalla Ninja Tune.

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The National, Morning dew
A maggio la psichedelia dei Grateful Dead sarà celebrata con un album tributo di 59 pezzi intitolato Day of the dead. La compilation, curata da Aaron e Bryce Dessner della band statunitense The National, contiene brani registrati da Wilco, The War On Drugs, Courtney Barnett, Phosphorescent, Mumford & Sons, Lucinda Williams e altri artisti. L’esperimento è interessante perché, invece che fare copia incolla, ogni musicista coinvolto ha cercato di metterci del suo, attualizzando il suono della band di Jerry Garcia. Morning dew, in questa versione, sembra quasi più una canzone dei National che dei Grateful Dead.

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Ty Segall and The Muggers, California hills
Ty Segall è un tipo originale. Per promuovere il suo ultimo album, Emotional mugger, ha evitato le solite interviste e ha preferito esibirsi dal vivo. Fin qui, niente di strano. Il punto è che ogni volta che ha suonato Segall era conciato in modo assurdo: prima da clown, poi da bambino posseduto. Con quest’ultima mise si è presentato nel programma televisivo di Conan O’Brien sulla Tbs. Gli Smugglers, la sua band, erano camuffati da anziani.

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