23 giugno 2011 00:00

Quando si parla di immigrazione sfuggono spesso i dati reali. Per questo sono preziose le ricerche come quella appena presentata dall’Abi, l’Associazione bancaria italiana, e dal Cespi, il Centro studi di politica internazionale. Si intitola Cittadinanza economica dei migranti e rapporto con le banche italiane. Gli stranieri che vivono regolarmente in Italia sono quasi cinque milioni. La composizione delle nazionalità è molto frammentata: le prime dieci coprono solo il 63 per cento degli stranieri, tutto il resto è formato da gruppi nazionali di piccole dimensioni. Tranne il Marocco, le prime cinque nazionalità oggi sono diverse rispetto a vent’anni fa. Internet e le low cost consentono di mantenere forti legami con i paesi d’origine. Il livello di scolarizzazione degli immigrati è simile a quello degli italiani. Nella provincia di Mantova il 19,2 per cento dei bambini iscritti alla scuola dell’infanzia è straniero. La ricerca entra anche nel dettaglio dei dati economici. Il 78 per cento degli stranieri ha un lavoro. Quasi un immigrato su cinque ha la casa di proprietà. Su tre nuovi imprenditori stranieri uno è donna. Tutte queste persone si scontrano ogni giorno, come gli italiani, con le lentezze e i cavilli della burocrazia. Solo che nel loro caso le difficoltà diventano ostacoli a volte insormontabili: chiedere un mutuo, ottenere un finanziamento, registrare una società. Se solo fosse più facile, l’Italia potrebbe diventare una terra di grandi opportunità.

Internazionale, numero 903, 24 giugno 2011

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