10 dicembre 2020 13:56

Kader Abdolah
Il sentiero delle babbucce gialle
Iperborea, 416 pagine,19,50 euro

Gli sciapi giurati del Nobel dovrebbero tener d’occhio Kader Abdolah, uno tra gli scrittori più arditi ed eccitanti del nostro tempo di mutazioni e incognite. Scrive nella lingua del paese che l’ha accolto, il neerlandese, è stato perseguitato in Iran prima dallo scià modernizzatore e poi dall’ayatollah integralista. È uno dei più affascinanti esempi di narratore esperto in due culture, nell’uso della tradizione orientale di base orale e nel confronto con l’Europa attuale.

In questo ambizioso romanzo si muove tra ieri e oggi con azzardi insoliti, un riferimento-chiave è nientemeno che Mike Hammer, il trucido antieroe dei noir di Spillane. Si tratta di una storia di formazione, nel confronto tra degli ieri irruenti e un presente pacificato. È ricca di personaggi coloriti e affascinanti, soprattutto femminili. Abdolah sa assai bene come accostarceli, ma ci sono in mezzo anche presenze misteriose come i djinn delle fiabe. Si muove con un’abilità tutta sua tra il sociale (su uno sfondo storico), il fantastico, il magico. Il personaggio evocato, il suo alter ego, è stavolta un famoso regista cinematografico, già appassionato di fotografia. Con Abdolah non ci si annoia mai, anche se ogni tanto l’esotico e il fantastico cozzano con l’ambientazione olandese. Ma lui lo sa, e sa giocarci.

Questo articolo è uscito sul numero 1387 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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