10 marzo 2022 09:58

Cinque anni fa il presidente francese Emmanuel Macron, appena eletto, aveva invitato Vladimir Putin a rendergli visita, scegliendo la celebre reggia di Versailles e la sua galleria degli specchi per scattare alcune foto di rito. Cinque anni dopo, il 10 e 11 marzo, sempre a Versailles, la Francia ospita i 27 rappresentanti dell’Unione europea. Al centro delle discussioni, naturalmente, c’è proprio Vladimir Putin.

Nel 2017 e negli anni successivi Macron ha scommesso sul dialogo con il presidente russo, malgrado le reticenze di una parte dell’Europa e anche della Francia (ricordiamo quando il presidente ha chiesto ai suoi diplomatici di non remare contro). Questo dialogo oggi permette di rispondere all’argomento dell’“umiliazione” avanzato dai difensori della Russia, ma dobbiamo constatare che finora non ha portato a niente. Putin, evidentemente, non era interessato.

Oggi l’Europa e il mondo assistono sbalorditi a quella che il Washington Post ha descritto il 9 marzo con un titolo shock: “Una cortina di ferro si abbatte sulla Russia”. La nuova cortina di ferro arriva sessant’anni dopo quella voluta dall’Urss di Stalin, che aveva spaccato l’Europa in due durante la guerra fredda.

La priorità dei 27 è chiaramente la guerra in Ucraina, con l’afflusso di milioni di profughi e il rafforzamento delle capacità di difesa dell’Unione

La Russia ha fatto un enorme passo indietro da tutti i punti di vista. Sul piano economico l’impatto delle sanzioni ha fatto precipitare il rublo (che ha perso il 75 per cento del suo valore) e costringerà Mosca a un default sul debito. Le aziende straniere lasciano il paese e quelle che restano fanno buon viso a cattivo gioco. Il gas e il petrolio russo di cui Putin si serve come un’arma stanno perdendo il loro valore strategico.

Ma la nuova cortina di ferro ha un impatto soprattutto psicologico. L’esodo dei russi della classe media è inedito, e impoverisce questo paese ricco di talenti.

Sul treno che da San Pietroburgo porta a Helsinki, una delle rare vie d’uscita dal paese, viaggiano molti giovani che lavorano nel campo della tecnologia (preziose risorse del futuro) insieme a centinaia di giornalisti che hanno visto chiudere le testate indipendenti, mentre la rete internet russa si è separata da quella globale, seguendo il modello cinese.

Putin ha scelto lo scontro, e la priorità dei 27 è chiaramente la guerra in Ucraina, con l’afflusso di milioni di profughi in Europa e il rafforzamento delle capacità di difesa dell’Unione.

Ma una conseguenza di questa guerra è anche l’urgenza di ridurre le dipendenze di oggi (energetica rispetto alla Russia, tecnologica rispetto alla Cina), ovvero l’antitesi della globalizzazione sviluppata negli ultimi decenni. L’Europa ha le dimensioni per riuscirci, dopo aver ignorato troppo a lungo questo aspetto della propria sovranità. Se ne parlerà in occasione del vertice di Versailles.

Nel 1717 lo zar Pietro il Grande visitò la corte di Versailles, dove prese in braccio il giovane Luigi XV, all’epoca appena undicenne. Pietro il Grande si era avvicinato all’Europa trovando ispirazione per la creazione del suo impero. Tre secoli dopo, Putin ha fatto una scelta diversa, quella dell’isolamento e dell’aggressività. I 27 dovranno trarne le dovute conclusioni.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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