30 giugno 2023 09:58

Vladimir Putin sta facendo il possibile per mostrare che tutto va bene nel suo regno. L’uomo che dall’avvento della pandemia aveva mantenuto una prudenza estrema, il 28 giugno si è sottoposto a un bagno di folla nel sud della Russia, in un evento che è stato descritto dalla televisione di stato come “degno di una rockstar”. Il giorno successivo Putin ha partecipato a una fiera tecnologica. In altre parole, “circolare, non c’è niente da vedere”.

Ma dietro questa facciata, la situazione è tutt’altro che normale. Il 29 giugno il Financial Times ha rivelato che il generale Sergej Surovikin, uno dei più alti ufficiali dell’esercito russo, è stato arrestato. Surovikin era stato il principale contatto militare di Evgenij Prigožin, capo del gruppo Wagner e architetto dell’insurrezione del 24 giugno.

La figlia di Surovikin ha smentito la notizia dichiarando che suo padre è in libertà, ma resta il fatto che non è più apparso dopo la rivolta del 24 e 25 giugno e che fonti statunitensi affermano che fosse stato informato in anticipo del progetto di Prigožin.

Cosa c’è in ballo
Il Financial Times precisa di non poter stabilire se Surovikin sia stato semplicemente interrogato o se invece sia accusato di avere legami con Prigožin. In ogni caso è evidente che la vicenda Wagner non è ancora del tutto superata.

Il generale ha un curriculum di tutto rispetto. Ha gestito le operazioni russe in Siria – dove Mosca ha salvato il regime di Bashar al Assad al costo di una guerra spietata che non ha risparmiato i civili – e si è costruito la reputazione di temibile capo militare.

Gli ucraini non credono che gli eventi in corso a Mosca avranno effetti immediati sulla linea russa del fronte

La sua nomina alla guida delle operazioni in Ucraina, arrivata in autunno, era stata accolta dai propagandisti di Mosca come il segnale che finalmente la Russia faceva sul serio. Ma le cose sono andate diversamente, e Surovikin è stato sostituito dal capo di stato maggiore, il generale Gerasimov. Rientrato a Mosca, Surovikin ha agito come interlocutore di Prigožin, ormai in conflitto aperto con i capi dell’esercito, Gerasimov e il ministro della difesa Sergej Šojgu.

Arrestato o semplicemente interrogato, la scomparsa di Surovikin dimostra che, come prevedibile, Putin ha avviato un’indagine per capire fino a che punto arrivassero le ramificazioni di Prigožin all’interno dell’esercito. In ballo c’è il futuro del suo dominio.

Gli ucraini non credono che gli eventi in corso a Mosca avranno effetti immediati sulla linea del fronte difesa dalle truppe russe. Ciononostante, a seconda della portata dell’indagine e della purga che potrebbe seguire, potrebbe esserci un impatto anche sul conflitto ucraino.

Parte dell’indagine si concentra sui legami di Prigožin nell’esercito, che lo avrebbero spinto a credere che la sua colonna, partita in direzione di Mosca, avrebbe potuto accogliere altri disertori lungo il cammino. Non è andata così, e il capo della Wagner ha interrotto l’azione prima di uno scontro che non avrebbe mai potuto vincere.

Oggi Prigožin è in esilio in Bielorussia e si è rifiutato di firmare il contratto che gli aveva presentato l’esercito, escludendo di fatto la Wagner dal fronte ucraino. Il suo futuro resta in sospeso, ma per il momento l’importante è comprendere quale forza avrà l’onda d’urto a Mosca. La possibile caduta di Surovikin potrebbe essere solo l’inizio. Mentre Putin gioca a fare la rockstar, le indagini vanno avanti.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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