17 maggio 2012 00:00

Secondo i dati del primo censimento dei senzatetto, nel comune di Milano ci sono più di 1.500 persone senza fissa dimora. Cinquecento si trovano in strada, mentre più di un migliaio nei dormitori. Perché si resta senza un tetto? Tra le varie cause, al primo posto ci sono i problemi nelle relazioni familiari, al secondo il lavoro, al terzo i problemi relativi all’integrazione: i due terzi delle persone censite sono stranieri e spiegano che per trovare una sistemazione devono affrontare difficoltà spesso insormontabili legate alla burocrazia e alla mancata comprensione della lingua italiana. Le politiche per alleviare il fenomeno sono sicuramente importanti, ma rischiano di creare una sorta di dipendenza se sono attuate solo per affrontare le emergenze.

Come sottolineano Michela Braga e Lucia Corno, su ­lavoce.info, è meglio adottare misure preventive, più efficienti dal punto di vista economico, senza tralasciare la questione sociale ed etica. Prevenendo le cause che portano all’indigenza si può ridurre il numero dei senza dimora, abbassando i costi economici e sociali. Bisogna pensare all’assistenza delle persone che hanno lo sfratto, alla fornitura di alloggi a canoni differenziati in base al reddito, e al sostegno alle persone che passano momenti difficili della vita.

In una fase di crisi come questa, con la recessione, la disoccupazione che può colpire anche due componenti di una stessa famiglia, lo stato deve adottare misure preventive per le fasce sociali più a rischio per contrastare l’aumento delle persone ai margini della società.

Internazionale, numero 949, 18 maggio 2012

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