17 settembre 2019 16:04

Con una mossa senza precedenti dal 2003, l’esercito iracheno ha cominciato un graduale ritiro delle sue forze dai principali centri del paese. L’iniziativa fa parte di un piano che sarà applicato considerando le condizioni di sicurezza in ogni città. Il programma prevede che i comandi siano ceduti alle forze di polizia locali.

Il ritiro annunciato giunge dopo le diciotto esplosioni che hanno colpito altrettanti arsenali situati in aree residenziali in diverse città irachene. Si tratta di una mossa concreta per realizzare la promessa del governo di rimuovere le basi e i comandi militari al di fuori dei quartieri abitati.

La decisione, già entrata in vigore, sarà applicata gradualmente. Il ritiro completo delle truppe da tutte le città avverrà in tempi diversi, dopo che saranno state valutate singolarmente le condizioni di sicurezza per stabilire se ritirare le truppe e trasferire l’autorità alla polizia, oppure se mantenere una presenza militare.

Barriera di sicurezza
In questa fase, e almeno per i prossimi due anni, non è prevista l’esecuzione del piano anche per le città che in passato sono state occupate dal gruppo Stato islamico. Secondo il portavoce del ministero della difesa, il generale Tahsin al Khafaji, “l’esercito ha cominciato a cedere il dossier della sicurezza interna in alcune province e a ritirarsi in alcune basi speciali”. Al Khafaji ha dichiarato che “il dossier sicurezza sarà ceduto al ministero dell’interno”.

Secondo un ufficiale dell’esercito, “il ritiro avverrà in prossimità delle città e dei centri urbani adiacenti, e servirà come una barriera di sicurezza alle porte o ai confini di ogni centro, con la possibilità di intervenire tempestivamente nel giro di alcuni minuti in qualsiasi emergenza”.

Obiettivo principale di questa iniziativa è quello di aumentare le pressioni sulle milizie sciite di Al Hashd al Shaabi (Forze di mobilitazione popolare) per spingerle a ritirarsi a loro volta dalle città. I parlamentari sunniti premono con forza sul primo ministro Adel Abdul Mahdi affinché agisca per proteggere la popolazione delle città sunnite da qualunque violazione dei loro diritti umani.

Sull’eventualità di un simile ritiro anche da parte del gruppo paramilitare sciita, l’ufficiale ha aggiunto: “Questa è una decisione dell’esercito. Non siamo a conoscenza dei loro piani. Ma di fatto la maggior parte delle città è sicura” e da un punto di vista militare “non c’è bisogno di una presenza così massiccia”.

(Traduzione di Francesco de Lellis)

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