15 gennaio 2014 18:52

Esiste un termine preferibile a *transgendered? Ho da poco scritto un articolo in cui definivo così una persona MTF di mia conoscenza. L’articolo parlava bene delle persone transgendered che ho conosciuto (lei è una delle tante).

  • Leggendo una bozza prima della pubblicazione, questa persona ha perso talmente le staffe che ho dovuto troncare ogni rapporto con lei. Ho anche cestinato l’articolo. Si è arrabbiata perché per descriverla ho usato la parola *transgendered. Mi sento un vecchio rimbambito a chiederlo, ma tu hai mai sentito di una cosa del genere? Quale altro termine bisogna usare, se transgendered non va più bene?

Confused In Straightland

“Partiamo dal presupposto che CIS abbia indicato in modo giusto l’identità della persona in questione (e che non sia invece genderqueer o agender) e sia stato rispettoso”, dice Shadi Petosky, scrittrice, donna trans e cofondatrice della società di produzioni Puny Entertainment. “Anche se CIS ha mostrato rispetto nei confronti dalla sua amica, non ne ha dimostrato verso la lingua inglese”.

Transgender è un aggettivo come blu o alto, fa notare Petosky. Non è un sostantivo, né un verbo. Perciò il termine giusto è uomo transgender, donna transgender o persona transgender, non uomo transgendered.

“A CIS può essere utile pensare agli aggettivi gay o di colore” prosegue Petosky, “si può essere un uomo gay o semplicemente gay. Non si è mica gayzzati, per fare un parallelo con il termine transgendered. Il presidente degli Stati Uniti è un uomo di colore. Non è colorato. Solo una persona ignorante o intollerante potrebbe dire gayed o blacked. E definire Dan Savage un gay o Barak Obama un nero risulterebbe omofobico o razzista, perché priverebbe gli interessati della loro umanità. Le persone trans vogliono vedere riconosciuta la propria dignità, CIS, per cui se tu dici transgender o trans, devi farlo seguire da uomo, donna o persona. Perché è quello che siamo”.

Se l’unica cosa che hai sbagliato è questa, CIS, e la tua amica transgender ha perso le staffe, be’, è un peccato. (Entrambi ti stiamo concedendo il beneficio del dubbio, CIS, e diamo per scontato che l’unico problema fosse quel transgendered).

Con la tua amica hai cercato di comportarti correttamente, la sua rabbia era fuori luogo, ha sprecato una buona occasione per istruire un alleato mosso dalle migliori intenzioni, un’amicizia è andata all’aria, e quel giorno a un angioletto transgender non sono spuntate le ali.

Ma cerchiamo per un attimo di vedere il quadro d’insieme: la gente trans ha un sacco di motivi per essere arrabbiata, CIS: per le violenze nei suoi confronti, la discriminazione nel mondo del lavoro e la mancanza di accesso alle cure mediche più basilari. A volte però, questa rabbia sacrosanta si scatena sul primo che passa, per quanto ben intenzionato o comunque solidale. Ma perdere le staffe con te era più facile che perderle con un transfobico di primo livello come Bill O’Reilly, perché tu eri lì e Bill O’Reilly no.

Ma Petosky vorrebbe che sia tu, sia lo scintillante sottoscritto, continuassimo a considerare questa rabbia nella giusta prospettiva. “In generale, l’impressione è che la gente sia affascinata dalle persone trans subito dopo che abbiamo fatto coming out”, dice Petosky.

“Se l’amica di CIS lo ha fatto da poco, allora lui aveva davanti una persona che probabilmente sta vivendo un sacco di traumi e di ansie. Io, quando ho fatto la transizione, pensavo che avrei perso il lavoro, perso le mie possibilità sentimentali, e che sarei diventata una senzatetto. Succede a molte persone trans. Durante quei primi mesi, la gente mi si rivolgeva quasi sempre al maschile. L’immagine che avevo di me stessa era un disastro. Me la sono presa con alcuni amici gay che si erano espressi in modo non del tutto solidale. I maschi gay, a dire il vero, sono stati fra i peggiori. Riescono a essere sarcastici su cose per me molto delicate. Non è che noi persone trans non siamo in grado di riconoscere i veri cattivi. Ma la merda che ci rovesciano addosso è così tanta e tutta insieme che a volte cerchiamo piccole vittorie. Ma è solo perché vogliamo sentirci al sicuro innanzitutto nel nostro ambiente”.

Insomma, in quell’articolo c’era qualcosa che alla tua amica trans è andato di traverso (magari il modo in cui l’hai sfoggiata per dimostrare la tua magnanimità?), di colpo accanto a te si è sentita meno sicura ed è esplosa. Spero che riusciate a metterci una pezza, una volta che il polverone si sarà posato.

Restando in tema: Media Matters for America si occupa approfonditamente della scandalosa e dannosissima intolleranza che Fox News vomita con regolarità nelle case, negli alberghi, negli aeroporti e nelle sale d’attesa degli Stati Uniti.

(Questi due post pubblicati su MediaMatters.com vi illustreranno la situazione:

Experts: Fox News’ Coverage Contributes to Violence, Discrimination Against Transgender Community e Fox News’ Transphobia Problem. Non voglio dare ordini al movimento per i diritti trans. Ma, se una coalizione di attivisti queer e per i diritti delle persone trans dovesse organizzare una manifestazione davanti agli studi di Fox News a Manhattan, io ci sarei, insieme a una valanga di altri cisgender gay, lesbiche, etero e bisessuali. Che ne dite?

(Traduzione di Matteo Colombo)

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