Ho da poco scoperto di essere un annusa-mutande. Anche se, essendo un maschio gay, sono forse un annusa-slip? Comunque sia. L’odore me lo fa venire duro e mi fa godere. L’ho capito quando uno scopamico ha dimenticato qui i suoi boxer, e per qualche giorno mi sono fatto le seghe annusandoli. Il che mi porta ai giovanissimi tecnici informatici che lavorano nel mio ufficio. Sono dei veri zozzoni, e lasciano sempre mutande e calzini sul pavimento della palestra aziendale. L’addetto alle pulizie li prende e li ficca in una cesta per gli oggetti smarriti. Nessuno è mai venuto a cercare i suoi boxer, così ho cominciato a prenderne un paio ogni tanto. A casa fantastico su chi potrebbe essere il proprietario, e una volta finito li butto. Prima domanda: sono un ladro? Parto dal presupposto che a loro non manchino, visto che sono stati nella cesta per una settimana o anche di più, e nello spogliatoio non ho visto biglietti che reclamassero mutande smarrite né niente del genere. Seconda (e più importante) domanda: sono diventato uno di quegli annusa-mutande pervertiti che si vedevano nei fumetti di “Chester the Molester”?
–Singleton Now Inhaling Funky Funk
Prima risposta: tecnicamente sì. Ma si potrebbe sostenere che ti limiti a riciclare. Se esistesse un ente che certifica le fantasie ecosostenibili, SNIFF, la tua verrebbe approvata.
Seconda risposta: Chester the Molester era una striscia a fumetti su un tizio, Chester, “che amava molestare sessualmente donne e ragazzine prepuberi”, dice la mia vecchia amica Wikipedia. Questo fumetto pessimo, che veniva pubblicato su Hustler (ovviamente), faceva passare lo stupro di bambini per un divertimento innocuo ed esilarante. Dwaine Tinsley, l’ideatore della striscia, sarebbe poi finito in carcere per molestie alla figlia, la quale – immagino – obbietterebbe che lo stupro di bambini non è né innocuo né esilarante.
Siccome a te non interessano i ragazzini, SNIFF, non penso che tu sia un pervertito alla Chester the Molester. Qualcuno però potrebbe dire che i tuoi atti hanno qualcosa di non consensuale – i tuoi colleghi potrebbero non essere d’accordo sull’uso che fai delle loro mutande – e che forse dovresti piantarla. In rete ci sono un sacco di maschi che vendono mutande e jockstrap usati (si va dagli atleti universitari ai pornoattori), e se lavori in un posto che ha una palestra privata, SNIFF, è probabile che tu possa permetterti di comprarne qualche paio.
(Traduzione di Matteo Colombo)
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