È un giornalista britannico nato a Ipswich, in Inghilterra, nel 1951. Nella sua carriera ha collaborato con giornali britannici, africani, statunitensi e russi. È senior editor del settimanale Independent on Sunday di Londra.
Quanti di noi si chiedono che ne è stato delle fidanzate e dei fidanzati di un tempo? Quasi tutti, suppongo, anche se c’è una grande differenza tra pensarci di tanto in tanto e non riuscire mai a toglierseli dalla testa. Leggi
I matrimoni della famiglia reale mandano fuori di testa i mezzi d’informazione britannici. Sta succedendo anche con quello del principe Harry con Meghan Markle. Leggi
Tutti conoscono la storia di Scrooge, lo spietato e avaro mercante che grazie a tre fantasmi si trasforma in un uomo generoso. Ma pochi forse sanno che Canto di Natale creò molti problemi economici a Charles Dickens. Leggi
Due proposte di legge negli Stati Uniti prevedono di trattare i fornitori di contenuti online come editori, rendendoli responsabili di quello che pubblicano. Leggi
L’ossessione dei mezzi d’informazione di tutto il mondo per Diana Spencer non è diminuita e il suo viso e il suo nome fanno vendere ancora molte copie. Leggi
Donald Trump non è il primo presidente statunitense a disprezzare i giornalisti. Ma l’indignazione a oltranza alla fine è inutile e controproducente. Leggi
Ogni giorno i notiziari riportano tragedie e manifestazioni in onore dei morti. E, altrettanto inesorabili, sembrano essere le lamentele sui social network per l’incapacità e l’insensibilità dei giornalisti nel raccontare la morte, le sue vittime e le loro famiglie. Leggi
Se volete provare a capire perché il Regno Unito ha deciso di lasciare l’Unione europea, forse non sarebbe una cattiva idea partire dal periodo in cui, circa 8.500 fa, i ghiacci polari si sciolsero, il livello degli oceani salì e la bassa striscia di terra che collegava l’Inghilterra al continente sparì sotto il mare. Leggi
Una passeggiata con il giornalista David Randall a Fleet Street, la strada londinese dove un tempo c’erano tutte le redazioni dei grandi giornali, per discutere della crisi, dei tagli al personale e della scomparsa delle inchieste. Leggi
Le elezioni britanniche non sono un evento particolarmente entusiasmante per un osservatore esterno. Non siamo tipi da molotov, raduni di massa, manifestazioni o qualunque cosa che possa essere scambiata per un segno di entusiasmo politico. Fino a un mese fa lo scrutinio del 7 maggio si profilava ancora meno interessante del solito. Leggi
Mi sto preparando a essere intervistato sui miei quarant’anni di carriera giornalistica al festival d’Internazionale a Ferrara. Leggi
Twitter, devo ammetterlo, è un aggeggio molto strano. Non perché 140 caratteri sono troppo pochi. Ma perché all’inizio non sapevo esattamente cosa twittare. Leggi
Per chi rimane a Londra o a Roma è facile dimenticare che per certi giornalisti fare il loro lavoro comporta il rischio costante di essere aggrediti, arrestati o uccisi. Leggi
In tutti noi che usiamo la scrittura – per articoli, relazioni, saggi universitari, blog o email – c’è uno scrittore interiore. L’unica cosa che dobbiamo fare è imparare a liberarlo. Leggi
Mi sembra evidente che la cultura giornalistica dell’illegalità, dell’esagerazione e della menzogna derivi dalla cultura aziendale della prepotenza e dell’inganno. Leggi
I mezzi d’informazione tradizionali subiranno le decisioni dei tribunali, ma i social network no. Sarebbero troppe le persone da perseguire. Leggi
Alla fine degli anni ottanta andavo in Russia e in Africa e incontravo persone che non avevano idea di come fosse la vita in Europa occidentale. Oggi sarebbe inconcepibile. Leggi
Dalla fine degli anni ottanta i membri della famiglia reale non sono più considerati esempi, ma personaggi bizzarri, incapaci di attraversare un tappeto rosso senza combinare guai. Leggi
Uno dei princìpi fondamentali di ogni giornalismo che non sia solo gossip è che il cronista deve sempre presentarsi come tale, a meno che stia indagando su un reato. Leggi
Come adattereste allo schermo la storia dei minatori cileni? Il problema è che il pubblico conosce già il finale. A meno che, ovviamente, decidiate di non attenervi ai fatti. Leggi