Le operazioni di voto in Catalogna, il 12 maggio 2024. (Manaure Quintero, Afp)

Il Partito socialista (Psoe) del primo ministro Pedro Sánchez ha vinto le elezioni regionali in Catalogna del 12 maggio, mentre gli indipendendisti guidati da Carles Puigdemont hanno perso la maggioranza, a più di sei anni dal tentativo di secessione del 2017.

Guidati da Salvador Illa, ex ministro della salute durante la pandemia di covid-19, i socialisti catalani hanno ottenuto 42 seggi sui 135 del parlamento regionale, nove in più rispetto al 2021.

Sánchez ha definito il risultato “storico” e affermato che in Catalogna “si apre una nuova fase”.

“È una svolta importante per tutti i catalani, comunque la pensino”, ha dichiarato Illa tra gli applausi dei suoi sostenitori. Tuttavia, il Partito socialista non ha la maggioranza assoluta dei seggi e a partire dal 13 maggio dovrà avviare delle difficili trattative con i potenziali alleati.

L’esito del voto costituisce una vittoria per Sánchez, convinto che la politica di distensione perseguita in Catalogna avrebbe dato i suoi frutti, portando a un indebolimento del sentimento separatista nella regione, che ha otto milioni di abitanti ed è uno dei motori economici e industriali del paese.

Dopo aver concesso la grazia ai leader indipendentisti condannati nel 2021, alla fine del 2023 il premier ha promosso una legge di amnistia per tutti i separatisti perseguiti, tra cui Puigdemont, in cambio del sostegno al suo governo.

I tre partiti indipendentisti che hanno governato la regione negli ultimi dieci anni hanno perso la maggioranza, ottenendo complessivamente 59 seggi, contro i 74 del 2001.

Il partito di Puigdemont, Junts per Catalunya (Uniti per la Catalogna), è stato l’unico dei tre ad aumentare i suoi seggi, passando da 32 a 35, mentre la formazione moderata Erc (Sinistra repubblicana della Catalogna) dell’attuale presidente regionale Pere Aragonès e la formazione d’estrema sinistra Cup hanno subìto una dura sconfitta.

Il 13 maggio Puigdemont, che nel 2017 si è trasferito all’estero per evitare l’arresto, ha affermato di voler formare un governo di minoranza composto dai partiti indipendentisti.

Per quanto riguarda la destra, il Partito popolare (Pp) e la formazione d’estrema destra Vox – ferocemente contrari alla legge di amnistia per gli indipendentisti catalani, che dovrebbe essere approvata definitivamente dal parlamento spagnolo nelle prossime settimane – hanno ottenuto rispettivamente quindici e undici seggi.