Una sciarpa lasciata da migranti prima dell’imbarco da una spiaggia di Godorya, a Gibuti, il 19 gennaio 2024. (Luke Dray, Getty Images)

Almeno quarantanove migranti sono morti nel naufragio dell’imbarcazione su cui viaggiavano al largo della costa dello Yemen, ha affermato l’11 giugno un’agenzia delle Nazioni Unite.

“Il 10 giugno un’imbarcazione con 260 migranti a bordo è affondata al largo della costa dello Yemen”, ha affermato sul social network X l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). “Il bilancio provvisorio è di 49 morti, 140 dispersi e 71 sopravvissuti”.

L’Oim ha aggiunto che sta fornendo assistenza ai sopravvissuti, senza specificarne la nazionalità.

Ogni anno decine di migliaia di migranti provenienti dal Corno d’Africa – in fuga dalla povertà, dai conflitti e dai disastri naturali – s’imbarcano per raggiungere gli stati arabi del golfo Persico.

Ad aprile due imbarcazioni sono affondate al largo della costa di Gibuti, causando decine di morti.

Secondo l’Oim, almeno 1.350 migranti sono morti lungo la cosiddetta “rotta orientale” dal 2014 al 2023.

Le accuse di Human rights watch

I migranti che riescono a raggiungere lo Yemen devono poi affrontare ulteriori pericoli dato che è il paese più povero della penisola arabica e in preda a una guerra civile da quasi dieci anni.

Nell’agosto scorso l’ong Human rights watch (Hrw) aveva accusato le guardie di frontiera saudite di aver ucciso, tra marzo 2022 e giugno 2023, centinaia di etiopi che cercavano di entrare nel paese dallo Yemen.

Riyadh aveva respinto le accuse.