Michael Buholzer, Pool

Quasi tutti i paesi presenti alla prima conferenza sulla pace in Ucraina, che si è svolta in Svizzera il 15 e 16 giugno, hanno ribadito il loro sostegno al rispetto dell’integrità territoriale dell’Ucraina e sottolineato la necessità di coinvolgere la Russia nelle discussioni per “arrivare a una pace giusta”.

Al termine della conferenza il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha però affermato che il presidente russo Vladimir Putin “non è pronto per una pace giusta”. Il 14 giugno Putin aveva posto di fatto la resa dell’Ucraina come condizione per la pace, chiedendo a Kiev di cedere le regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Cherson e Zaporižžja, e di rinunciare a entrare nella Nato.

“La Russia può avere la pace domani se si ritira dal nostro territorio”, ha dichiarato Zelenskyj durante un incontro con la stampa al termine della conferenza, che ha riunito i leader di più di novanta paesi in un lussuoso complesso alberghiero della Svizzera centrale.

In base a un conteggio ufficiale, circa ottanta paesi hanno firmato la dichiarazione finale. Tra quelli che non l’hanno fatto ci sono il Brasile (presente in qualità di osservatore), l’India e l’Arabia Saudita.

Il capo della delegazione indiana Pavan Kapoor ha sottolineato che la pace può essere raggiunta solo “con negoziati diretti tra le parti”.

Il ritorno dei bambini ucraini

La dichiarazione finale riafferma “i princìpi di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti gli stati, compresa l’Ucraina”, denuncia “la militarizzazione della sicurezza alimentare” e chiede il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia.

Pechino ha deciso di non partecipare alla conferenza a causa dell’assenza di Mosca. Ma il 16 giugno Zelenskyj ha dichiarato che “la Cina non è un nostro nemico”.

“Questa conferenza rappresenta l’inizio di un percorso perché al momento Putin non è intenzionato a mettere fine alla guerra”, ha affermato il 16 giugno la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Zelenskyj ha spiegato che la conferenza sarà seguita da incontri a livello tecnico e ministeriale, prima di una seconda conferenza “che dovrà sancire una pace giusta e durevole”. Il presidente ucraino punta a unire la comunità internazionale intorno a una proposta di pace da presentare a Mosca.

La dichiarazione finale chiede anche che l’Ucraina recuperi “il pieno controllo sulla centrale nucleare di Zaporižžja”, occupata dall’esercito russo.

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha più volte avvertito dei rischi di un incidente nucleare nella centrale.