La maratoneta ugandese Rebecca Cheptegei è morta in Kenya il 5 settembre a causa delle ustioni riportate quattro giorni prima, quando il compagno le aveva dato fuoco.

È solo l’ultimo episodio di violenza contro le donne nel paese dell’Africa orientale, dove le ong denunciano “un’epidemia di femminicidi”.

Poche settimane fa Cheptegei, 33 anni, aveva partecipato alla maratona delle olimpiadi di Parigi, piazzandosi al 44° posto.

“Abbiamo appena saputo della scomparsa di Rebecca Cheptegei in seguito a una feroce aggressione del suo fidanzato”, ha dichiarato sul social network X Donald Rukare, presidente del comitato olimpico ugandese.

“Si è trattato di un atto vile e insensato che ha portato alla perdita di una grande atleta, la cui eredità durerà nel tempo”, ha aggiunto.

Secondo la polizia, il compagno di Cheptegei, Dickson Ndiema Marangach, l’ha cosparsa di benzina e le ha dato fuoco il 1 settembre nella casa di lei a Endebess, nell’ovest del Kenya.

L’uomo si era intrufolato in casa mentre Cheptegei era in chiesa con le due figlie.

Violenza contro le donne

Cheptegei ha riportato ustioni sull’80 per cento del corpo, aveva affermato il 3 settembre il responsabile del Moi teaching and referral hospital (Mtrh), la struttura in cui era ricoverata.

“I suoi organi hanno ceduto ieri sera”, ha dichiarato il 5 settembre all’Afp un medico dell’Mtrh, mentre un’infermiera ha precisato che il decesso è avvenuto alle 5 del mattino.

Anche Ndiema Marangach è rimasto ferito nel corso dell’aggressione, riportando ustioni sul 30 per cento del corpo, ed è attualmente ricoverato in ospedale.

L’attacco ha riacceso i riflettori sulla violenza domestica in Kenya.

Secondo gli ultimi dati disponibili, del gennaio 2023, il 34 per cento delle donne ha subìto atti di violenza.