Il 27 settembre Israele ha condotto decine di raid aerei in Libano contro Hezbollah, che ha lanciato dei razzi verso il territorio israeliano, dopo il fallimento di un appello internazionale a un cessate il fuoco, promosso dagli Stati Uniti.

Dal 23 settembre i massicci bombardamenti condotti da Israele contro il gruppo libanese, alleato di Hamas e sostenuto dall’Iran, hanno causato, secondo le autorità, più di settecento morti in Libano, molti dei quali civili.

Di fronte a un’escalation che minaccia di trascinare il Medio Oriente in una guerra regionale, il 25 settembre gli Stati Uniti, insieme ad altri paesi occidentali, europei e arabi, avevano lanciato un appello per un cessate il fuoco di ventuno giorni, che è stato però respinto il 26 settembre da Israele.

Il 27 settembre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu terrà un discorso all’assemblea generale delle Nazioni Unite, la cui sessione annuale è in corso a New York.

L’esercito israeliano ha affermato il 27 settembre di aver condotto decine di attacchi contro Hezbollah, i cui razzi colpiscono quasi quotidianamente il nord d’Israele dall’inizio della guerra con Hamas nella Striscia di Gaza, nell’ottobre 2023.

L’esercito ha precisato di aver preso di mira le “infrastrutture terroristiche di Hezbollah nel sud del Libano” e di aver risposto a un lancio di razzi verso Haifa, il principale porto nel nord d’Israele.

Ha inoltre dichiarato di aver intercettato quattro droni a Rosh Hanikra.

Secondo le autorità libanesi, dall’inizio degli scambi a fuoco tra Hezbollah e Israele al confine tra i due paesi, quasi un anno fa, in Libano sono state uccise più di 1.500 persone, contro le circa 1.200 nei trentatré giorni della guerra tra Israele e Hezbollah nel 2006.

Hezbollah ha rivendicato un attacco nel settore di Kiryat Ata, nella baia di Haifa, che ospita molte industrie, anche della difesa, e un lancio di razzi verso la città di Tiberiade, circa trenta chilometri a sud del confine.

Secondo l’agenzia siriana Sana, cinque soldati siriani sono rimasti uccisi in un attacco israeliano vicino al confine con il Libano.

Secondo le Nazioni Unite, i bombardamenti israeliani dell’ultima settimana hanno costretto più di 118mila libanesi a lasciare le loro case. Di questi, decine di migliaia si sono rifugiati in Siria.

Respingendo l’appello internazionale a un cessate il fuoco, Netanyahu ha affermato che “l’esercito continuerà a combattere contro Hezbollah con tutta la forza che serve”.

Il ministro degli esteri Israel Katz ha invece dichiarato che Israele andrà avanti “fino alla vittoria”.

Il segretario alla difesa statunitense Lloyd Austin ha messo in guardia da una “guerra totale che sarebbe devastante per Israele e il Libano”, aggiungendo che un cessate il fuoco potrebbe anche favorire una tregua nella Striscia di Gaza.

A metà settembre Israele aveva annunciato di aver spostato “il baricentro delle sue operazioni militari dalla Striscia di Gaza al nord del paese”, al confine libanese, per consentire il ritorno a casa di decine di migliaia di sfollati israeliani.

Il 25 settembre il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, Herzi Halevi, aveva chiesto ai soldati di prepararsi a una possibile offensiva di terra.