Nelle prime ore del mattino del 13 novembre l’esercito russo ha condotto un attacco massiccio con missili e droni contro la capitale ucraina Kiev, per la prima volta da più di due mesi, in un momento in cui l’Ucraina è in difficoltà nel Donbass e teme di perdere il sostegno degli Stati Uniti.

Lo stesso giorno il segretario di stato statunitense Antony Blinken, in visita a Bruxelles, ha promesso una “risposta ferma” al coinvolgimento della Corea del Nord nella guerra tra Russia e Ucraina.

Washington e Seoul hanno infatti confermato recenti affermazioni ucraine secondo cui i soldati nordcoreani sono già impegnati in operazioni di combattimento nella regione russa di Kursk, parzialmente occupata dalle forze ucraine da agosto.

Secondo Kiev, Washington e Seoul, più di diecimila soldati nordcoreani si trovano attualmente nella regione di Kursk, un’informazione che il Cremlino non ha mai smentito.

Nelle ultime settimane la Russia ha intensificato i raid con i droni su Kiev, ma il 13 novembre ha usato anche i missili.

“L’esercito russo ha lanciato un attacco combinato con missili e droni contro Kiev, per la prima volta da 73 giorni”, ha affermato l’amministrazione militare della capitale.

“L’operazione è durata più di due ore, ma non ha causato vittime grazie all’intervento della difesa antiaerea”, ha aggiunto.

I giornalisti dell’Afp hanno riferito che ci sono state alcune esplosioni e che centinaia di abitanti si sono rifugiati nelle stazioni della metropolitana.

Una donna di 52 anni è rimasta uccisa in un altro attacco russo con droni a Beryslav, nella regione meridionale di Cherson.

Kiev ha invece rivendicato l’uccisione in Crimea di un ufficiale della flotta russa del mar Nero.

L’ufficiale, morto nell’esplosione di un’autobomba, aveva “ordinato il lancio di missili da crociera contro obiettivi civili in Ucraina, ed era quindi un obiettivo legittimo”, ha dichiarato all’Afp una fonte del Servizio di sicurezza ucraino dell’Sbu.