Il 23 gennaio il leader dell’Unione cristianodemocratica (Cdu, centrodestra), Friedrich Merz, favorito delle elezioni legislative anticipate del 23 febbraio, ha annunciato una stretta sull’immigrazione in Germania, anche in deroga alle regole europee, dopo un nuovo attacco compiuto da un migrante irregolare.
L’attacco con coltello, condotto il 22 gennaio ad Aschaffenburg, in Baviera, ha causato la morte di un bambino di due anni e di un uomo di 41 anni. Secondo le autorità, l’autore è un afgano di 28 anni con problemi mentali.
Merz, il cui partito è in testa nei sondaggi, ha annunciato durante una conferenza stampa una profonda revisione della politica migratoria del paese.
In caso di vittoria elettorale, Merz si è impegnato a respingere “chiunque non abbia documenti validi o approfitti della libertà di circolazione europea”, comprese “le persone che hanno diritto all’asilo”.
“Le regole europee sono chiaramente inadatte ad affrontare la situazione, e la Germania eserciterà quindi il diritto di far prevalere le norme nazionali”, ha aggiunto.
Merz ha citato controlli permanenti alle frontiere, detenzione degli stranieri a cui è stato ordinato di lasciare il paese ed espulsione sistematica dei richiedenti asilo respinti o considerati pericolosi.
Pochi giorni fa anche la formazione d’estrema destra Alternative für Deutschland (Afd) aveva chiesto “espulsioni di massa degli stranieri”.
“Stiamo pagando le scelte sbagliate degli ultimi dieci anni in materia di asilo e immigrazione in Germania”, ha affermato Merz, contestando apertamente la politica migratoria dell’ex cancelliera Angela Merkel (2005-2021), anche lei della Cdu.
Più di un milione di migranti, in grande maggioranza siriani e afgani in fuga da guerre e persecuzioni, avevano trovato rifugio in Germania durante la grande emergenza migratoria del 2015-2016.