L’11 dicembre in Portogallo sono previsti forti disagi nei trasporti pubblici, nelle scuole e negli ospedali a causa di uno sciopero generale contro un progetto di riforma del codice del lavoro sostenuto dal governo di destra.

Si tratta della più imponente mobilitazione dal 2013, quando il paese iberico era tenuto a galla dall’Unione europea e dal Fondo monetario internazionale in cambio di dure politiche d’austerità.

L’obiettivo della riforma è “stimolare la crescita economica per creare più posti di lavoro e pagare salari migliori”, ha dichiarato il primo ministro Luís Montenegro.

Più in concreto, il governo vuole estendere la durata dei contratti temporanei, permettere alle aziende di assumere subappaltatori dopo un piano di licenziamento e aumentare i servizi minimi da garantire in caso di sciopero.

“La riforma costituisce un duro attacco al mondo del lavoro”, ha dichiarato all’Afp Tiago Oliveira, segretario generale della Confederazione generale dei lavoratori portoghesi (Cgtp), il principale sindacato del paese, denunciando un tentativo di “normalizzare la precarietà del lavoro, deregolamentare gli orari e facilitare i licenziamenti”.

Su una popolazione attiva di cinque milioni di persone, circa 1,3 milioni si trovano già in una situazione di precarietà, ha sottolineato il leader della Cgtp, che organizzerà una ventina di manifestazioni in tutto il paese.

Lo sciopero, lanciato insieme all’Unione generale dei lavoratori (Ugt), il secondo sindacato del paese, dalle posizioni tradizionalmente più moderate, “avrà un grande impatto nei settori dei trasporti e dei servizi pubblici, tra cui scuole, ospedali, tribunali e uffici fiscali”, ha dichiarato Oliveira.

Sono previsti anche disagi nel settore del trasporto aereo. Secondo la compagnia di bandiera Tap Air Portugal, i voli saranno solo un terzo dei circa 250 normalmente previsti.

L’azienda ferroviaria Comboios de Portugal ha fatto sapere che gli effetti dello sciopero si faranno sentire anche il 12 dicembre.

“Spero che il paese funzioni nel modo più normale possibile, perché i diritti di alcuni non devono ledere quelli di tutti gli altri”, ha dichiarato Montenegro il 10 dicembre.

Anche se il governo non dispone della maggioranza assoluta in parlamento, dovrebbe essere in grado di far approvare la riforma con il sostegno dei liberali e, soprattutto, dell’estrema destra, che è diventata la seconda forza politica del paese.

Secondo un sondaggio pubblicato dalla stampa portoghese, il 61 per cento della popolazione è favorevole allo sciopero.