Il 16 dicembre l’automobilista britannico che nel maggio scorso aveva travolto la folla che festeggiava la vittoria della squadra di calcio del Liverpool nel campionato inglese, ferendo più di 130 persone, è stato condannato a 21 anni e sei mesi di prigione.
Paul Doyle, 54 anni, stava andando a prendere un amico che aveva partecipato alla parata, quando si era messo nella scia di un’ambulanza ed era stato circondato e bloccato dai tifosi.
“Si è fatto prendere dalla rabbia e ha deciso di farsi strada tra la folla a qualsiasi costo, usando la sua automobile come un’arma impropria”, ha affermato Andrew Menary, il giudice del tribunale penale di Liverpool, rivolgendosi direttamente all’imputato.
Le immagini delle videocamere di sorveglianza e di un’altra installata sull’auto di Doyle mostrano la furia con cui l’uomo si è lanciato contro la folla, gridando e insultando i tifosi.
“Quello che avrebbe dovuto essere un giorno di festa ha lasciato, in tutta la comunità, tracce indelebili di paura e dolore”, ha dichiarato Menary.
Doyle, un ex militare impiegato nel settore della sicurezza informatica, padre di due figli, ha pianto a lungo in aula prima della lettura della sentenza.
Arrestato sul posto il 26 maggio, aveva dichiarato alla polizia: “Ho appena rovinato la vita della mia famiglia”.
L’uomo, però, si era poi dichiarato non colpevole e aveva mantenuto questa posizione per mesi, prima di un’inaspettata inversione di rotta alla fine di novembre, all’inizio del processo.
Senza fornire alcuna spiegazione per le sue azioni, per le quali era stata esclusa da subito la pista terroristica, si era dichiarato colpevole dei 31 capi d’accusa a suo carico, tra cui quello di tentativo di causare lesioni personali gravi.
“Un miracolo”
La folle corsa di Doyle nel centro di Liverpool, dove centinaia di migliaia di tifosi erano riuniti per festeggiare il trionfo del Liverpool, mentre i giocatori sfilavano su un autobus a due piani, era durata meno di dieci minuti.
Secondo la polizia, 134 persone erano rimaste ferite, una cinquantina delle quali erano state ricoverate in ospedale.
“È un miracolo che nessuno sia rimasto ucciso”, aveva sottolineato l’ispettore di polizia John Fitzgerald.