Il 16 dicembre il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato un “blocco totale” delle petroliere soggette a sanzioni in arrivo o in partenza dal Venezuela, aumentando le pressioni economiche sul regime del presidente Nicolás Maduro.
“Ho ordinato un blocco totale di tutte le petroliere soggette a sanzioni in arrivo o in partenza dal Venezuela”, ha affermato Trump sul suo social network Truth Social.
“Il regime di Maduro sta usando il petrolio per finanziare il narcoterrorismo, il traffico di esseri umani, gli omicidi e i rapimenti”, ha aggiunto.
Caracas ha reagito denunciando “minacce ridicole”.
“Il presidente degli Stati Uniti sta cercando d’imporre in modo del tutto irrazionale un blocco navale al Venezuela allo scopo di rubare ricchezze che appartengono alla patria”, ha affermato il regime in un comunicato.
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Trump accusa Maduro di essere a capo di un narcostato. Caracas smentisce e sostiene che il vero obiettivo di Washington sia rovesciare Maduro e mettere le mani sul petrolio venezuelano.
Washington, che sostiene di essere in guerra contro i cartelli della droga, ha rafforzato a partire da agosto il suo contingente militare nel mar dei Caraibi, conducendo attacchi contro presunte imbarcazioni di narcotrafficanti provenienti dal Venezuela. La legalità di questi attacchi è stata messa in dubbio dalle Nazioni Unite e da molti esperti di diritto.
Dall’inzio di settembre le forze statunitensi hanno condotto attacchi contro 26 imbarcazioni, causando la morte di almeno 95 persone.
“Il Venezuela è ora circondato dal più grande dispositivo navale nella storia del Sudamerica”, ha dichiarato Trump.
“Le cose andranno sempre peggio per loro finché non ci restituiranno il petrolio, le terre e gli altri beni che ci hanno rubato”, ha aggiunto.
Il presidente statunitense non ha fornito ulteriori dettagli su queste accuse. Negli anni settanta il Venezuela aveva nazionalizzato la sua industria petrolifera e, sotto la presidenza di Hugo Chávez (1999-2013), le grandi aziende straniere erano state costrette ad accettare joint venture controllate in maggioranza dall’azienda statale venezuelana Pdvsa.
L’inasprimento della politica statunitense nei confronti di Caracas è stato accolto con favore dall’oppositrice venezuelana María Corina Machado, premio Nobel per la pace, che nel fine settimana aveva invitato Washington a “esercitare maggiori pressioni per far capire a Maduro che deve andarsene”.
Soggetto a un embargo statunitense dal 2019, il petrolio venezuelano è venduto sul mercato nero, in particolare alla Cina, a prezzi molto bassi.
La settimana scorsa le forze armate statunitensi avevano sequestrato nel mar dei Caraibi una petroliera diretta a Cuba, la Skipper.
Secondo alcune fonti, la nave trasportava tra uno e due milioni di barili di greggio venezuelano, per un valore compreso tra 50 e 100 milioni di dollari.
Washington ha riferito che la nave era soggetta a sanzioni statunitensi dal 2022 per presunti legami con i Guardiani della rivoluzione, l’esercito ideologico dell’Iran, e con il gruppo libanese Hezbollah.