Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha annunciato il 18 dicembre che metterà il veto a una legge approvata il giorno prima dal congresso, che prevede una drastica riduzione della pena dell’ex presidente Jair Bolsonaro, condannato a 27 anni di prigione per tentativo di colpo di stato.

“Quando arriverà sulla mia scrivania, opporrò il veto. Non è un segreto”, ha dichiarato durante una conferenza stampa a Brasília, poche ore dopo il via libera del senato federale alla legge, già approvata la settimana scorsa dalla camera dei deputati.

L’ex capo dello stato di estrema destra (2019-2022), 70 anni, era stato condannato a 27 anni di prigione per aver cercato d’impedire il ritorno al potere di Lula, che l’aveva sconfitto nelle elezioni presidenziali dell’ottobre 2022. Se la nuova legge entrerà in vigore, la pena effettiva potrebbe essere ridotta ad appena due anni e quattro mesi.

Si tratta di un’ipotesi concreta, dato che il veto presidenziale può essere annullato dal congresso.

“Io ho il diritto di mettere il veto e loro hanno il diritto di annullarlo. Sono le regole del gioco”, ha ammesso Lula.

Bolsonaro aveva cominciato a scontare la pena alla fine di novembre presso la sede della polizia federale a Brasília. Secondo il tribunale per l’esecuzione delle pene della capitale brasiliana, allo stato attuale dovrebbe rimanere in prigione per almeno otto anni, prima di una nuova valutazione.

La legge appena approvata prevede anche la liberazione condizionale di decine di sostenitori di Bolsonaro condannati per l’assalto alle sedi del potere a Brasília l’8 gennaio 2023, pochi giorni dopo l’insediamento di Lula.

In un congresso dominato dalla destra, i sostenitori di Bolsonaro avevano cercato per mesi di ottenere l’approvazione di una legge di amnistia, che avrebbe permesso all’ex presidente di evitare la prigione, ma avevano dovuto desistere, anche a causa di un’ondata di proteste.

Avevano quindi ripiegato su una semplice riduzione della pena.

“Non è quello che volevamo, ma è comunque un passo importante”, aveva dichiarato il 17 dicembre dopo la votazione il senatore Flávio Bolsonaro, figlio dell’ex presidente, candidato della destra alle presidenziali del 2026.

Il 14 dicembre decine di migliaia di persone avevano partecipato alle manifestazioni in varie città del paese contro la riduzione della pena di Bolsonaro.

L’approvazione della legge alla camera dei deputati aveva convinto gli Stati Uniti, grandi alleati di Bolsonaro, a revocare una parte dei dazi punitivi imposti al Brasile dopo la sua condanna.

Bolsonaro era stato condannato per aver orchestrato un piano, chiamato Pugnale verde e giallo (i colori della bandiera brasiliana), che prevedeva di assassinare Lula, l’attuale vicepresidente Geraldo Alckmin e il giudice della corte suprema Alexandre de Moraes alla fine del 2022.

Secondo gli inquirenti, il colpo di stato non si era concretizzato a causa del mancato sostegno dei principali comandanti dell’esercito brasiliano.