Oltre mezzo milione di persone in Cambogia sono state sfollate a causa del conflitto al confine con la Thailandia, che ha scatenato scontri mortali nelle ultime due settimane. Lo ha annunciato Phnom Penh, alla vigilia dei colloqui regionali che cominciano il 22 dicembre, per provare a trovare un accordo tra i due paesi su un cessate il fuoco.
La Thailandia aveva precedentemente indicato circa 400mila sfollati a causa del conflitto al confine. “Oltre mezzo milione di cambogiani, tra cui donne e bambini, stanno soffrendo gravi difficoltà a causa dello sfollamento forzato dalle loro case e scuole per sfuggire al fuoco di artiglieria, ai razzi e agli attacchi aerei dei caccia F-16 thailandesi”, ha dichiarato il ministero dell’interno in una nota, stimando il numero totale di sfollati a 518.611.
Il portavoce del ministero della difesa thailandese Surasant Kongsiri ha dichiarato ai giornalisti che il numero di sfollati ospitati nei rifugi è diminuito, sebbene più di 200mila rimangano nei centri.
Ha esortato gli abitanti dei villaggi che potrebbero tornare a casa a seguire attentamente le istruzioni, “poiché potrebbero esserci ancora mine o bombe pericolose”.
La Cambogia, il cui esercito è inferiore a quello di Bangkok in termini di risorse, ha sottolineato che le forze thailandesi hanno continuato i loro attacchi dall’alba del 21 dicembre, segnalando combattimenti nei pressi del tempio Khmer di Preah Vihear, risalente a 900 anni fa.
Secondo i dati ufficiali, gli scontri hanno causato almeno 41 morti, 22 dalla parte thailandese e 19 da quella cambogiana. I combattimenti sono ripresi il 12 dicembre. I due regni del sudest asiatico hanno una disputa di lunga data sul territorio lungo il loro confine, risalente all’epoca coloniale.
A luglio, una precedente ondata di violenza ha causato 43 morti in cinque giorni.
I ministri degli esteri dell’Associazione delle nazioni del sudest asiatico (Asean), compresi quelli di Thailandia e Cambogia, si riuniscono a Kuala Lumpur il 22 dicembre per discutere del conflitto.
Sia la Cambogia sia la Thailandia hanno dichiarato che l’incontro in Malesia dovrebbe contribuire ad allentare le tensioni al confine, con la portavoce del ministero degli esteri thailandese, Maratee Nalita Andamo, che il 21 dicembre lo ha descritto come “un’importante opportunità per entrambe le parti”.
Ha ribadito le precondizioni per i negoziati, tra cui la richiesta di Bangkok che Phnom Penh annunci prima un cessate il fuoco e cooperi con le operazioni di sminamento al confine.
Il governo thailandese, tuttavia, non ha offerto alcuna garanzia in merito all’esito di una tregua, affermando in un comunicato stampa che un “cessate il fuoco può essere raggiunto solo se basato principalmente su una valutazione della situazione sul campo da parte dell’esercito thailandese”.