Ho tre figli sopra i trent’anni e sono felice che siano adulti e indipendenti, però ho la sensazione di non essere più così importante nelle loro vite e questo mi intristisce un po’. Succede a tutti i genitori che invecchiano? –Olivia

La psicologa newyorchese Shefali Tsabary è considerata una delle principali sostenitrici di quella che negli Stati Uniti chiamano conscious parenting , genitorialità consapevole. Alla base di questo approccio c’è l’idea che i figli sono persone completamente indipendenti e che i genitori devono evitare di riversargli addosso il loro ego, i loro desideri e le loro convinzioni, per risparmiargli crisi d’identità più avanti. In un’intervista, la presentatrice statunitense Oprah Winfrey ha chiesto a Tsabary cosa intendesse dire quando ha scritto che uno degli obiettivi della genitorialità consapevole è diventare irrilevanti. E lei ha risposto: “Di solito vogliamo essere le entità supreme nella vita dei nostri figli, vorremmo che si tatuassero il nostro nome, perché sentire che hanno bisogno di noi ci dà valore. Ma se vogliamo dei figli autonomi, resilienti, grintosi, che sappiano trovare in loro stessi la forza, il coraggio, l’ispirazione, allora dobbiamo crescere figli che non hanno più bisogno di noi”. Tsabary ammette che segretamente adora quando sua figlia la chiama per chiederle aiuto, ma sa che quando un genitore passa in secondo piano ha fatto bene il suo dovere. “È difficile combattere quella sensazione, ma non voglio usare mia figlia per soddisfare il mio bisogno di sentirmi necessaria”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1545 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati