Port Moresby, Papua Nuova Guinea. (Andrew Kutan, Afp)

Il primo ministro della Papua Nuova Guinea, James Marape, si è impegnato l’11 gennaio a “lottare contro l’anarchia” dopo che quindici persone sono rimaste uccise nel corso di una notte di scontri nelle due principali città del paese.

Marape ha poi proclamato lo stato d’emergenza per quattordici giorni nella capitale Port Moresby.

Le violenze sono scoppiate a Port Moresby la sera del 10 gennaio al termine di una serie di proteste antigovernative spontanee con la partecipazione di soldati, poliziotti e guardie carcerarie.

I dimostranti hanno incendiato edifici e saccheggiato negozi durante una notte di caos. Le violenze si sono poi diffuse anche a Lae, circa trecento chilometri a nord della capitale.

Il capo della polizia David Manning ha affermato l’11 gennaio che almeno quindici persone sono morte tra Port Moresby e Lae.

Trentuno persone con ferite da arma da fuoco o da machete sono state ricoverate nell’ospedale principale della capitale.

“L’anarchia non sarà tollerata”, ha affermato Marape. “Infrangere la legge non è il modo giusto per raggiungere certi obiettivi”.

“Negozi cinesi saccheggiati”

Pechino ha chiesto al governo della Papua Nuova Guinea di garantire la sicurezza dei cittadini cinesi e delle loro attività commerciali.

Secondo l’ambasciata cinese, “vari negozi cinesi sono stati saccheggiati e alcuni cittadini cinesi sono rimasti feriti”.

Powes Parkop, governatore del distretto della Capitale nazionale, la regione di Port Moresby, ha definito i disordini “senza precedenti”.

Le forze di sicurezza sono scese in piazza in seguito a un’improvvisa riduzione dei loro stipendi senza alcuna spiegazione.

Anche se il governo ha subito promesso di rimediare a quello che ha definito un “problema tecnico”, le proteste, a cui si sono uniti anche molti civili, sono presto andate fuori controllo.

La Papua Nuova Guinea è un paese povero con un alto tasso di criminalità.

Secondo alcune stime, quasi il 40 per cento dei nove milioni di abitanti vive al di sotto della soglia di povertà, nonostante la presenza nel paese di grandi giacimenti di gas, oro e minerali.

Di recente la Papua Nuova Guinea ha firmato un accordo di sicurezza con l’Australia, in base al quale Canberra aiuterà le forze di sicurezza a combattere il traffico di armi, il contrabbando di droga e le violenze tribali.