30 giugno 2017 13:17
  • Entra parzialmente in vigore il travel ban di Donald Trump. I viaggiatori provenienti da sei paesi musulmani – Iran, Yemen, Libia, Somalia, Sudan e Siria – avranno accesso agli Stati Uniti solo se appartenenti alla “famiglia stretta” di un cittadino statunitense. La categoria include coniugi, fidanzati, genitori, figli e fratelli o sorelle, mentre non sono inclusi nonni, zii e nipoti. Il divieto di entrata è in vigore per centoventi giorni anche per i profughi che non possono provare di avere un legame con gli Stati Uniti. L’ordine esecutivo non avrà effetto su chi è già in possesso di un visto e della green card.
  • L’esercito iracheno riconquista a Mosul la moschea di Al Nuri, simbolo del potere del gruppo Stato islamico. Il primo ministro iracheno Haider al Abadi ha annunciato la fine “dello stato della menzogna”, dopo aver ripreso il controllo sulla celebre moschea dalla quale Abu Bakr al Baghdadi aveva proclamato la nascita del califfato. I jihadisti si stanno ritirando anche in Siria, dove le forze statunitensi e curde hanno messo sotto assedio la città di Raqqa.
  • Il presidente cinese Xi Jinping è in visita a Hong Kong in occasione del ventesimo ’anniversario della ritorno della provincia meridionale dal Regno Unito alla Cina. La cessione era avvenuta secondo il principio “un paese, due sistemi” affinché venisse garantita autonomia politica ed economica alla città che oggi è reputata un ricco distretto finanziario. La visita arriva in un momento di tensione viste le continue proteste per le sempre più numerose interferenze cinese negli affari di Hong Kong.
  • È morta a 89 anni Simone Veil. Sopravvissuta ai campi di concentramento, ha dedicato la sua vita alla politica e ai diritti delle donne. Nel 1974 durante il suo mandato come ministra della salute, sotto il governo Valérie Giscard d’Estaing, ha presentato all’assemblea nazionale il progetto di legge sull’aborto che venne approvato l’anno successivo. Dal 1979 al 1982 è stata la prima donna a ricoprire il ruolo di presidente del Parlamento europeo.
  • Condannata a dieci anni di carcere una blogger vietnamita. Nguyen Ngoc Nhu Quyny, attivista popolare sul web con il nome di “mother mushroom”, è stata condannata per diffamazione. Aveva denunciato su Facebook le morti di persone in custodia della polizia e la mancanza di rispetto dei diritti umani da parte del governo. Quynh, 37 anni, aveva ricevuto dagli Stati Uniti il premio internazionale per le donne di coraggio.

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