18 novembre 2013 18:59

Il quotidiano francese Libération compie quarant’anni. È stato fondato nel febbraio del 1973. Per celebrare l’anniversario a Parigi, al centro di arte contemporanea 104, è stata allestita una mostra delle prime pagine più significative del quotidiano.

Nella Francia post-sessantottina dopo la creazione dell’Agenzia di stampa Libération, che si occupa di temi spesso ignorati dai mezzi d’informazione, si comincia a pensare al lancio di un quotidiano militante.

I primi anni, affrontati grazie al sostegno dei lettori, alle donazioni e alla vendita all’asta di opere di artisti amici, sono i più difficili, quelli dello stipendio unico, di un approccio redazionale più impegnato che rigoroso. Ma il giornale scopre casi di corruzione, denuncia scandali, sostiene i movimenti più turbolenti dell’epoca.

Fin dall’inizio si distingue una figura carismatica, aperta e curiosa, un cinefilo vicino a Godard, ex studente di filosofia e militante di lunga data. È Serge July. Sarà lui l’anima del giornale, colui che cercherà di gestire le lotte interne, che nella più classica tradizione dell’estrema sinistra dell’epoca agitano una redazione in cui non ci sono giornalisti professionisti.

Nel febbraio del 1981, nel corso di un’epica assemblea che durerà più di undici ore, Serge July ottiene pieni poteri. Decide così di chiudere il giornale per concepirlo diversamente e renderlo più professionale. Licenzierà metà dei redattori, è il 21 maggio 1981.

Nasce un giornale completamente nuovo. Un giornale che riunirà una squadra ridotta con lo slogan: “Facciamo il giornale che abbiamo voglia di leggere”.

Libération, rompendo con la prassi consolidata, inventa la nozione di “avvenimento”, che può essere un film come un attentato, una partita di calcio, un’elezione in Francia o all’estero. Il giornale crea nuove rubriche, tra cui il cosiddetto “ritratto”, analizza i mezzi d’informazione, si apre alla moda, propone ad artisti di intervenire sulle sue pagine e a scrittori come Marguerite Duras di scrivere dei racconti.

Ma è soprattutto cambiando formato che questo “quotidiano rivista” – che esce in edicola senza pubblicità e con uno stipendio unico per tutti i dipendenti – trasforma le sue prime pagine in manifesti, con immagini forti.

Serge July non è più alla guida del giornale e oggi realizza documentari. Molti dei giornalisti storici si sono trasferiti in altre testate, da Le Monde al Nouvel Observateur, dal Canard Enchaîné ai quotidiani di provincia. Alcuni oggi sono scrittori famosi, giornalisti della tv o della radio. Sono stati sostituiti da giovani che si sono formati nelle scuole di giornalismo.

Il 18 novembre un uomo armato è entrato nella sede del giornale e ha aperto il fuoco. Un fotografo è stato ferito gravemente.

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