28 gennaio 2016 17:47

Jakob Tuggener (1904-1967) si definiva un poeta dell’immagine. Oltre a fare il fotografo, era appassionato di pittura ed è stato regista di film ispirati all’espressionismo tedesco degli anni venti.

Amante sia del lusso sfrenato sia delle mani sporche di lavoro, mise entrambi questi aspetti al centro delle sue opere. Il fotografo diceva di se stesso: “Seta e macchine, questo è Tuggener”.

La fondazione Mast di Bologna ospita una doppia mostra dedicata a Tuggener attraverso due dei suoi maggiori progetti: Fabrik 1933-1953 Poetica e impronta espressionistica delle immagini industriali e Nuits de bal 1934-1950 - I balli nell’alta società elvetica e il lavoro invisibile, entrambi caratterizzati da un bianco e nero soprattutto verticale.

Fabrik 1933-1953 ospita oltre 150 stampe tratte dal libro omonimo di Tuggener, uscito nel 1943, e dedicato al rapporto tra l’uomo e la macchina durante il periodo della seconda guerra mondiale. La finalità era mostrare da un lato il progresso tecnico e le sue conseguenze, dall’altro l’industria bellica del paese. In questo lavoro Tuggener documenta la vita nelle fabbriche dando risalto alle forme dei macchinari e ai corpi che li usano: dalle centrali idroelettriche agli stabilimenti meccanici, “Tuggener conosce queste macchine a memoria, e non perde mai di vista la dimensione umana”, spiegano i curatori della mostra.

Nuits de bal 1934 - 1950 invece è dedicato alle occasioni mondane. Affascinato dall’atmosfera delle feste dell’alta società, Tuggener comincia a fotografare le donne eleganti e i loro abiti di seta a Berlino, ma è a Zurigo e a St. Moritz che, indossando lo smoking, ritrae anche il dietro le quinte di questi ambienti. E nel suo obiettivo racconta il lavoro dei musicisti, dei camerieri e dei cuochi che si muovono intorno agli ospiti.

La mostra a Bologna resterà aperta fino al 17 aprile 2016.

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