La tratta dei migranti dalla Spagna al Nordafrica

“Tornare a casa nel bel mezzo della pandemia è diventata una missione quasi impossibile che sta alimentando le reti dei trafficanti di esseri umani”, scrive El País, riferendo di un episodio avvenuto a fine marzo, quando un centinaio di marocchini si sono imbarcati su un paio di gommoni per tornare a casa. Ognuno di loro ha pagato 5.400 euro per un viaggio pericoloso terminato a Larache, una località sulla costa atlantica del Marocco.

L’episodio è stato anche oggetto di una relazione interna della Commissione europea – che il quotidiano spagnolo ha potuto consultare – come esempio della flessibilità delle mafie specializzate nella tratta dei migranti, che dopo lo scoppio della pandemia in Europa hanno cominciato a organizzare traversate clandestine in senso contrario. Lo stesso fenomeno sembra riguardare anche l’Algeria, dove un’imbarcazione con a bordo dei migranti partiti dalla Spagna è arrivata a Orano.

La Spagna, con quasi 220mila contagiati e più di 22.500 morti, è uno dei paesi più colpiti al mondo. Le sue frontiere sono chiuse dalla metà di marzo. Anche il Marocco ha chiuso i confini nello stesso periodo per affrontare per tempo un’epidemia che ha fatto registrare finora 3.500 contagi e 155 morti. Rabat inoltre impedisce il rientro dei più di 18mila connazionali che vivono all’estero. Il blocco degli spostamenti e delle attività economiche ha lasciato i lavoratori migranti nordafricani in Spagna, specialmente quelli senza documenti in regola, in una situazione insostenibile.

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