30 aprile 2020 17:03

Speranze e dubbi sull’efficacia del remdesivir

La Food and drug administration, l’ente governativo statunitense per la regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, potrebbe annunciare presto l’autorizzazione all’uso del remdesivir per il trattamento del covid-19 dopo che il farmaco ha mostrato risultati promettenti in uno studio internazionale.

Lo studio, condotto dal National institute of allergy and infectious diseases (Niaid) statunitense, è stato realizzato su 1.063 persone e ha mostrato che i pazienti che assumevano il farmaco si sono ripresi fino a quattro giorni più velocemente rispetto a chi aveva ricevuto un placebo. Anthony Fauci, responsabile del Niaid, ha definito i risultati dello studio “molto incoraggianti”. “I dati mostrano che il remdesivir ha un chiaro e significativo effetto positivo nel ridurre i tempi di recupero”, ha detto durante un incontro con il presidente Donald Trump.

Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha annunciato che anche il ministero della salute del suo paese avrebbe accelerato l’approvazione del farmaco.

Cos’è il remdesivir
Si tratta di un farmaco antivirale che interrompe la replicazione del virus inibendo un enzima: l’Rna polimerasi-Rna dipendente. Originariamente è stato sviluppato dall’azienda farmaceutica Gilead Sciences per curare l’ebola e i virus imparentati, ma nel 2019, quando è stato sperimentato durante l’epidemia di ebola nella Repubblica Democratica del Congo, gli effetti sono stati scarsi. Tuttavia, dato che l’enzima colpito dal farmaco è simile in altri virus e che nel 2017 alcuni ricercatori avevano dimostrato, attraverso studi in provetta e sugli animali, che il composto può inibire i coronavirus all’origine di Sars e Mers, è stato riproposto per combattere il Sars-cov-2, responsabile del covid-19.

Non tutti sono d’accordo
Il 29 aprile, poche ore dopo le parole di Fauci, la rivista medica britannica The Lancet ha pubblicato i risultati di un altro studio, condotto su 237 pazienti in dieci ospedali della provincia cinese di Hubei, secondo cui il remdesivir “non è associato a benefici clinici statisticamente significativi”. Tuttavia, la ricerca cinese ha osservato che in un paziente il farmaco ha ridotto il tempo necessario per migliorare perché è stato assunto nei primi dieci giorni dalla manifestazione dei sintomi, spingendo i ricercatori a raccomandare ulteriori studi.

L’Oms è cauta
L’Organizzazione mondiale della sanità ha avvertito che non si può fare affidamento su una singola ricerca. “In genere non è dai risultati di uno studio che arriva la svolta”, ha detto Maria Van Kerkhove, che sta guidando la risposta tecnica dell’Oms alla pandemia di covid-19. “Una volta visti tutti gli studi e valutati complessivamente, possiamo arrivare a una conclusione”, ha detto.

Quanto remdesivir è disponibile attualmente?
L’amministratore delegato della Gilead, Daniel O’Day, ha dichiarato che l’azienda farmaceutica ha cominciato ad aumentare la produzione del farmaco da gennaio, nella speranza che fosse efficace. O’Day ha dichiarato che finora l’azienda ha prodotto cinquantamila cicli di trattamento e prevede che il numero aumenterà a 140mila entro luglio.

Quali altri farmaci sono allo studio?
Molti altri farmaci sono allo studio, tra cui alcuni antiretrovirali, come quelli usati contro l’hiv; medicine che prendono di mira la reazione infiammatoria del corpo al virus; o l’idrossiclorochina antimalarica, che è un farmaco generico fuori brevetto.

E il costo?
Il valore delle azioni della Gilead è aumentato del 5,68 per cento dopo la notizia dello studio della Niaid, quindi c’è chi teme che l’azienda possa cercare di trarre profitto dalla pandemia. O’Day ha detto che non ci sarebbero “ostacoli” all’accesso al farmaco se si dimostrasse efficace e che la Gilead non si concentrerà sui profitti del remdesivir. Ma in passato l’azienda è stata criticata per le sue pratiche tariffarie, anche in una disputa con il governo degli Stati Uniti su uno dei suoi farmaci per l’hiv, il Truvada, che negli Stati Uniti costa più di ventimila dollari all’anno per ogni paziente. La versione generica costa circa sei dollari al mese.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it