Non passa giorno senza che il peggior presidente della storia degli Stati Uniti accumuli un’enormità dopo l’altra. E ci sono pochi motivi di sollievo, a parte la fin troppo distante prospettiva delle elezioni presidenziali alla fine dell’anno. Da tempo abbiamo abbandonato l’idea che Trump non possa peggiorare ancora. Negli Stati Uniti il bilancio delle vittime del covid-19 ha superato quota 120mila e i contagi giornalieri sono un quinto del totale mondiale.
E cos’ha fatto Trump? Ha inaugurato la campagna elettorale con un comizio a Tulsa, in Oklahoma, che secondo i medici potrebbe aver contribuito a diffondere il virus. La maggior parte dei suoi sostenitori però ha avuto il buonsenso di stare alla larga: nell’arena da 19mila posti erano presenti appena 6.200 persone. Finora almeno otto persone del suo staff sono risultate positive. Dopo aver dichiarato che gli Stati Uniti hanno già vinto la battaglia contro il virus, Trump ha detto che i dati sui contagi dipendono semplicemente da un eccesso di test e quindi ha ordinato di ridurli. Il suo addetto stampa ha spiegato che il presidente stava solo “scherzando”, ma Trump ha ribadito il concetto, dichiarando di essere stato solo “parzialmente ironico”. Nel frattempo va avanti con le epurazioni. L’ultimo funzionario indipendente a essere stato licenziato è il procuratore capo di Manhattan Geoffrey Berman, che stava indagando su Rudy Giuliani, l’avvocato del presidente. Trump ha anche dedicato parecchio tempo a ostacolare la pubblicazione di un libro sulla sua presidenza scritto dall’ex consulente per la sicurezza nazionale John Bolton. Il libro conferma la tendenza di Trump a manipolare la politica estera per i suoi interessi e le voci secondo cui avrebbe chiesto al presidente cinese Xi Jinping di favorirlo alle elezioni acquistando prodotti agricoli in stati chiave e promesso di aiutare il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan a bloccare un’indagine bancaria.
Non sono solo gli statunitensi esasperati a contare i giorni che mancano alle elezioni. Trump può essere rieletto? I dieci punti di vantaggio che un sondaggio assegna a Joe Biden lasciano pensare che il miracolo Trump stia per finire. Ma importanti settori della sua base elettorale, tra cui gli evangelici, restano saldamente dalla sua parte. Molto dipenderà dalla piega che prenderà l’epidemia da qui all’autunno e dalle prospettive per l’economia. Per il momento Biden ha buoni motivi per sperare. Ma in politica cinque mesi sono un tempo molto lungo. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1364 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati