L’Europa sta superando la fase più acuta dell’epidemia di covid-19, ma le sfide che l’attendono sono enormi. In Italia e in Spagna lo spettro di una crescita insostenibile del debito pubblico minaccia la ripresa. A Bruxelles si teme che la pandemia possa far passare in secondo piano la battaglia contro l’emergenza climatica. Il ruolo dell’Europa in un mondo dominato dalla rivalità tra Stati Uniti e Cina dovrà essere riconsiderato. Il futuro dei rapporti tra l’Unione europea e il Regno Unito dovrà essere deciso nel giro di pochi mesi.

In una situazione così complessa, è una fortuna che la Germania, il più grande e influente paese europeo, abbia appena assunto la presidenza del consiglio dell’Unione europea. Per ovvie ragioni storiche, la Germania è stata sempre riluttante a far sentire il suo peso sulla scena europea. Ma in questo momento serve una leadership chiara, e la cancelliera tedesca Angela Merkel sembra pronta a offrirla. Merkel ha dichiarato che la sua priorità sarà raggiungere rapidamente un accordo sul fondo da 750 miliardi di euro destinato alla ripresa dopo la pandemia. Il successo di questa proposta segnerebbe un passaggio storico. L’idea di condividere il debito con i paesi del sud è sempre stata un tabù per gli stati più ricchi, di solito guidati da Berlino. Ma l’esperienza degli ultimi tre mesi sembra aver cambiato gli umori in Germania, dove il rigore fiscale è stato messo da parte per varare un gigantesco pacchetto di misure di stimolo. Anche a livello europeo Merkel è ormai convinta della necessità di un cambio di passo.

Dieci anni fa la cancelliera aveva contribuito a imporre l’austerità dopo la crisi finanziaria. Ma Merkel ha dimostrato un’abilità senza pari nell’adattarsi alle circostanze. Prima della pandemia era considerata un’anatra zoppa, perché aveva già annunciato l’intenzione di lasciare il potere nel 2021. La buona gestione della crisi sanitaria però ha accresciuto la sua autorità, permettendole di assumersi i rischi necessari. Spesso la Germania è stata accusata di guidare l’Europa dalle retrovie. Nei prossimi sei mesi invece Merkel dovrà essere in prima linea. In un momento in cui la posta in gioco è così elevata, è senz’altro un’ottima notizia per l’Unione. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1365 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati