Dissonanza
◆ Leggo l’espressione “dissonanza cognitiva” nell’editoriale di Giovanni De Mauro e ne sono subito colpito. Quando ho scoperto di avere la dissonanza cognitiva? Quando per la prima volta ho letto sui giornali che l’Italia non dovrebbe vendere le corvette all’Egitto finché non avrà una risposta decente sulla morte di Giulio Regeni. Se analizziamo il commercio internazionale di armi dovremmo sapere che la mancata vendita non si traduce in una rinuncia alle armi da parte dell’Egitto, il quale ha senz’altro la fila di fornitori. E se noi non vendiamo le armi, il nostro bilancio ne risente e ci saranno anche dei lavoratori licenziati. Ecco perché mi ha colpito la dissonanza cognitiva. È più giusto rifiutarsi di vendere armi e lasciare gli altri a fare affari o è più giusto venderle, tanto se non lo facciamo noi ci pensano i nostri concorrenti?
Cesare Fiorucci
_◆ Attenzione a dare per spacciato Donald Trump. Il candidato dei democratici, Joe Biden, sembra tutt’altro che autorevole. Si potrebbe invece usare il concetto di dissonanza cognitiva anche per i fatti di casa nostra. Perché non parlare dell’“andrà tutto bene” e della reale situazione economica del paese, dei vari decreti rilancio, della cassa integrazione che non arriva, del pagamento delle tasse che non sarà posticipato per le partite iva in grandissima difficoltà, della ripartenza che non c’è ancora stata?Flavio Montuschi_
I terremoti
non smuovono
la burocrazia
◆ Ho apprezzato l’articolo di Morten Beiter sulla ricostruzione di Accumoli e Amatrice (Internazionale 1366). Vorrei gridare a gran voce che sono proprio gli occhi esterni (in questo caso di un inviato danese) che riescono a mettere a fuoco le nostre ataviche storture, dalla burocrazia all’inadeguatezza delle classi dirigenti alla stanchezza e rassegnazione sociali. Non sono luoghi comuni e pregiudizi. Spesso sono gli occhi degli altri a farci capire come siamo, e non degli autoreferenziali specchi.
Nicola Cocco
Errata corrige
◆ Su Internazionale 1367, a pagina 44, Florian Philippot ha abbandonato il Front National nel 2017. A pagina 26, il politico maliano Soumaïla Cissé non è stato rapito nel sudest del Mali, ma vicino a Niafunké, nella parte centrosettentrionale del paese.
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Questo articolo è uscito sul numero 1368 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati